Nelle ultime 48 ore sono aumentate le partenze di barconi dalla Libia e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha espresso allarme. Nell'arco di tempo considerato una decina di imbarcazioni, con oltre 600 persone a bordo, sono salpate dalla Libia sulla rotta del Mediterraneo centrale, l'ultima per Lampedusa.
L'incremento nelle partenze coincide con un inasprimento degli scontri nell'area di Tripoli, dove lo scenario di guerra si è spostato dal 4 aprile scorso con l'offensiva delle milizie del maresciallo Haftar e con gli intensi scontri sulla strada costiera tra la capitale e Misurata.
"La Oim è profondamente preoccupata per la sicurezza dei migranti, che sono ogni volta i più vulnerabili a questi combattimenti, al traffico illegale di esseri umani a misura che la situazione della sicurezza si va deteriorando", ha affermato Federico Soda, capo missione Oim in Libia, il quale ha ribadito che la Libia "non è un porto sicuro".
In particolare sono tre le navi in cerca di un "porto sicuro" con 367 persone salvate solo negli ultimi due giorni. Duecentoquindici - salvate in tre diversi interventi - sono sulla "Ocean Viking", la nave gestita da Sos Mediterranee e Medici senza frontiere; 73 sulla Open Arms e 79 sulla Aita Mari, delle omonime Ong spagnole.
L'ultimo, ennesimo allarme, raccolto da Alarm Phone e riguardante una imbarcazione in difficoltà con una settantina di persone, è stato raccolto dalle autorità maltesi che nella notte sono intervenute mettendo in salvo i migranti. Sempre Alarm Phone ha fatto sapere giovedì di essere stato contattato nel pomeriggio di giovedì da una novantina di persone in fuga dalla Libia e in "grave pericolo". Tra di loro ci sarebbero 13 donne e diversi bambini che avevano bisogno di essere soccorse immediatamente" per via di un tubolare che si stava sgonfiando". Tra le persone salvate, casi di "choc traumatico, ustioni di secondo e terzo grado e ferite da armi da fuoco".
L'ultimo salvataggio, avvenuto sempre nel pomeriggio di ieri, è il terzo operato in pochi giorni da Ocean Viking.