L'inferno in terra. Letteralmente, se inferno significa fiamme. Non può che essere definita così questa prima parte dell'estate 2017. Sono stati quasi 30mila i roghi che dal 15 giugno al 22 luglio hanno interessato l'Italia.
Si parte dal 15 giugno perché quella è la data di apertura ufficiale della campagna contro gli incendi boschivi, che stanno impegnando i vigili del fuoco, le squadre di Protezione civile, il sistema sicurezza, con l'impiego anche della quasi totalità della flotta aerea antincendio, tra Canadair ed elicotteri, cui si aggiungono mezzi aerei del Comparto Difesa e ci sono stati anche i Canadair francesi a supporto delle operazioni.
I numeri dell'azione antincendio
2017 - 1.000 interventi
2012 - 761 interventi
2007 - 470 interventi
2017 - 2.000 ore di volo
2016 - 509 ore di volo
2017 - 11mila lanci d'acqua
2016 - 2.500 lanci d'acqua
Le richieste di intervento aereo giunte dal primo gennaio al COAU, il Centro operativo aereo unificato, e che il Dipartimento nazionale della protezione civile coordina sono state oltre mille, per lo più riguardanti regioni del centrosud. E' il picco massimo raggiunto nello stesso periodo negli ultimi dieci anni. Basti pensare che nella stagione estiva del 2007, che venne considerata molto critica, le richieste furono 470. Invece nel 2012 nell'arco temporale dal primo gennaio scorso a metà luglio furono 761.
Quanto alle missioni aeree dei vigili del fuoco, nel primo mese dall'inizio della campagna hanno abbondantemente superato quota mille dal 15 giugno in poi; oltre 2mila le ore di volo, contro le 509 dello scorso anno; oltre 11mila lanci d'acqua, a fronte dei circa 2.500 dello stesso periodo del 2016; decine e decine di milioni di litri d'acqua scaricati sui roghi, assieme a liquido ritardante.
Come è composta la flotta antincendio
La flotta aerea dei vigili del fuoco messa a disposizione del COAU comprende quasi 40 velivoli (tra Canadair ed elicotteri), praticamente quasi tutta la flotta di Stato governata dal COAU stesso. Una lotta difficile, ancora di più in giorni in cui è stata alta la concentrazione di incendi.
E per avere un'idea della situazione di questi giorni, i 76 grandi roghi delle prime due settimane di luglio sono più della metà della media annuale di 170 registrata negli anni dal 2008 al 2016.
Un Paese con troppo verde senza manutenzione
L'Italia ha una superfice coperta di quasi 11 milioni di ettari di bosco, ma spesso sono aree senza controllo e del tutto impenetrabili ai necessari interventi di manutenzione e difesa. Fiamme spesso innescate da persone che si muovono per chissà quali ragioni o spinti da chissà quali nascoste motivazioni.
I controlli sul territorio sono continui, ma per quanto capillari possano essere pensati e tentati, l'area verde e' così estesa che il piu' delle volte i piromani la fanno franca. Ciò nonostante, in pochi giorni, a luglio, i carabinieri ne hanno arrestato diversi di piromani o sospetti tali, come nel caso dell'incendio alla pineta di Castel Fusano. L'ipotesi di reato è quella di incendio doloso, ma ora si sta aggiungendo in qualche caso anche quella di disastro ambientale e, meno nota ma ugualmente prevista dal codice di procedura penale, quella di distruzione di habitat protetto.
L'intervento delle forze dell'ordine
- 4.900 (+41%) interventi
- 364 denunce
- 11 arresti
E il grande secco ci mette del suo
Piromani ma anche siccità all'origine degli incendi. Specie al sud sta assumendo proporzioni notevoli: -83% le precipitazioni. Più in generale in Italia nel primo semestre sono caduti appena 251 millimetri di pioggia, il 30% in meno rispetto alla media di riferimento. La primavera 2017 + stata in Italia la seconda più calda dal 1800, con un'anomalia di +1,9 gradi che ha giugno è diventata di +3,2 gradi. E +2,9 gradi rispetto alla media di riferimento a luglio.
Ogni incendio è una strage di animali
Gli incendi finiscono con il provocare danni quasi incalcolabili dal punto di vista economico ed ambientale dovuti alla perdita di biodiversità e alla distruzione di ampie aree di bosco che rappresentano i 'polmoni verdi' del Paese e concorrono ad assorbire la CO2 responsabile dei cambiamenti climatici. Ogni ettaro di macchia mediterranea è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che con il fuoco sono andate perse. E quando le fiamme bruciano un bosco non vanno in fumo 'solo' animali e piante - quando non purtroppo anche vite umane - ma pure attività lavorative, finendo cosi' con l'innescare una spirale di crisi che investe ambiente, economia, lavoro e turismo.