Da Filadelfia, l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino guarda alla Capitale italiana. Non si tratta di un ritorno, né di sfoghi o sassolini da levarsi dalle scarpe, e non c'entrano né il suo passato da senatore né la vecchia carica ricoperta al Campidoglio, dal quale se ne andava tre anni e mezzo fa dopo le dimissioni in blocco della sua Giunta. Il motivo è la sua carriera statunitense da chirurgo, la vecchia passione (e professione) riabbracciata dopo l’addio alla politica.
La doppia laurea in medicina tra Italia e Stati Uniti
Dopo una carriera tra Cambridge e Pittsburgh, Marino si è trasferito a Filadelfia e lì lavora dal 2002, anno in cui assunse la carica di direttore del programma Trapianti al Jefferson Medical College dell’università della capitale della Pennsylvania.
Dopo l’esperienza da primo cittadino di Roma, durata dal 2013 al 2015, ha scelto di tornare oltreoceano, sempre a Philly, dove all’inizio del 2017 è diventato Senior Vice President per gli Affari Strategici, come scrive il giornale online di Roma Cinque Quotidiano, che segue con attenzione le mosse dell'ex sindaco.
Roma e Filadelfia fanno un passo storico per la formazione in medicina https://t.co/DUs1Powp7g
— Ignazio Marino (@ignaziomarino) 15 gennaio 2019
Lì si occupa anche “di didattica, di ricerca, di programmi internazionali”, e proprio dagli Stati Uniti ha deciso di promuovere un nuovo corso di laurea che consentirà a studenti di medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma la possibilità di frequentare la Thomas Jefferson University di Filadelfia.
“Pendolari” tra Roma e gli Stati Uniti
L’accordo, firmato a novembre 2018 e chiamato Jefferson / Ucsc 3+3, avrà una duplice valenza: sul piano della formazione consentirà agli studenti di studiare sia a Roma che a Filadelfia; su quello della ricerca, invece, i due atenei hanno messo a punto un accordo che consentirà di unire forze e risorse, anche in collaborazione con la Fondazione Policlinico Gemelli Irccs.
Per quanto riguarda la mobilità dei ragazzi, “l’accordo prevede la selezione di studenti del corso di laurea in lingua inglese (Medicine & Surgery) della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica per accedere, alla fine dei loro studi, sia alla specializzazione europea, sia a quella americana”.
Funzionerà così: ogni estate dei primi tre anni, gli studenti romani frequenteranno le Summer Session alla Jefferson, a Filadelfia. Così facendo matureranno i requisiti per candidarsi a studiare negli Stati Uniti nella seconda parte del curriculum di studi. Trascorreranno così il quarto, il quinto e parte del sesto anno in Pennsylvania, prima di tornare in Italia per laurearsi: il titolo, in ogni caso, avrà doppia valenza e i medici potranno esercitare “nei 28 Paesi dell’Unione Europea e nei 50 Stati USA, fatto unico nella storia dei due continenti”.
L’altro progetto di Marino: i trapianti di reni incrociati
Roma-Filadelfia non è l’unico asse sul quale sta lavorando Marino: l’ex sindaco è infatti uno dei promotori del Global Kidney Exchange (Gke), una rete globale di scambio di reni. Il progetto prende spunto dalla riflessione di un economista, Alvin Roth, interessato ad abbattere il costo delle dialisi dei pazienti affetti da insufficienza renale, e dalla gravità del fenomeno del mercato nero degli organi. La soluzione potrebbe quindi essere creare, a livello globale, una sorta di catena di persone che vorrebbero donare un rene a una persona cara ma che non possono farlo perché di gruppi sanguigni incompatibili.
“Mettendo insieme, in una sorta di matching globale, tutte queste persone – si legge sul sito del prof Marino - si potrebbe arrivare a trapiantare di rene tutti quelli che ne avessero necessità”. Un meccanismo che, considerati i costi di dialisi a carico dello Stato, potrebbe consentire un enorme risparmio di risorse, oltre a migliorare la qualità della vita delle persone affette da patologie renali. Un anno fa, a gennaio 2018, l’Italia consigliava il progetto Gke all’Organizzazione Mondiale della Sanità.