Da diversi giorni la '4.20 Hemp Fest', meglio nota come la Fiera internazionale della cannabis, è pubblicizzata per le strade di Milano con manifesti che raffigurano una grande foglia della pianta e la scritta: 'Io non sono una droga'. Un messaggio che sembra non rassicurare la politica, da destra a sinistra attiva nell'ostacolare la rassegna la cui apertura è prevista venerdì con 150 espositori, imprenditori che declinano in vari settori la versatilità della canapa. Tanto che lo stesso sindaco della città, Giuseppe Sala, ha chiesto agli organizzatori di rimuovere i manifesti.
"Chiedo al Ministro dell'Interno Matteo Salvini e al Comune di Milano di bloccare immediatamente questa manifestazione - ha scritto su Facebook la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni - perché viene pubblicizzato un messaggio devastante".
Anche la presidente di Forza Italia, Mariastella Gelmini, non gradisce e chiede di "vietare" la fiera ospitata negli East End Studios di via Mecenate: "La nostra richiesta di impedire il Festival della cannabis a Milano è fondata, anche perché a Milano, una delle città dove si consuma e si spaccia più droga in Europa, servono educazione, informazione, prevenzione. Non certo l'apologia di uno tra gli stupefacenti arcinoti tra i giovani per essere la prima tappa nelle tossicodipendenze. Se della canapa si possa fare o meno un utilizzo terapeutico, diverso da quello, assai pericoloso, come droga rivolta soprattutto ai giovani, saranno i medici a dirlo. Certo non gli organizzatori del festival".
Nei giorni scorsi, si era espressa anche la consigliera del Pd Alice Arienta che ha segnalato all'authority competente, Agcom, "la pubblicità ingannevole che sta accompagnando l'evento perché si tratta di un messaggio fuorviante con cui si vuole normalizzare il consumo di sostanze psicotrope".
Il Comune si rivolge all'Agcom
"Al festival si parla di canapa industriale, e questa è una realtà - ha spiegato invece Sala conversando con i cronisti - il manifesto è sbagliato, odioso, pericoloso perché un ragazzo giovane non distingue, vede una foglia di canapa, e puo' arrivare a pensare che la marijuana sia legale".
A tale proposito "il Comune ha fatto due cose - ha illustrato -: ci siamo rivolti all'Agcom, che non ha ancora risposto, segnalando il manifesto; poi ho chiesto al vicesindaco di parlare direttamente con i promotori del festival chiedendo loro di intervenire immediatamente" per togliere i manifesti. "Per essere preciso - ha concluso - io non credo che si possa vietare l'evento in sé, ma credo che quel manifesto non vada assolutamente bene, quindi che lo si rimuova e una cosa del genere non abbia più a ripetersi".
La replica degli organizzatori
Gli organizzatori del festival, sottolineando che si tratta già della terza edizione della rassegna, ritengono però che a essere tradito sia stato il loro messaggio, sulla base di "pregiudizi che impediscono al Paese di sviluppare la filiera produttiva agro - industriale incentivata e promossa dalla legge 242 del 2016 che, in pochi anni, ha già dimostrato di avere i numeri e le potenzialità per competere nel mercato globale".
"Proprio per questo motivo - spiegano - abbiamo scelto, tra i vari claims promozionali dell'evento, anche lo slogan 'Io non sono una droga' perché semplicemente la canapa è una pianta industriale dalle molteplici applicazioni che non ha niente a che vedere con la droga. Nessun 'messaggio devastante', bensì la semplice realtà dei fatti, suffragata dalla legge e confermata dalla dottrina e dalla giurisprudenza".
Protagonista del festival, precisano, è "la canapa sativa, proveniente da varietà certificate e con valori di THC (uno dei principali cannabinoidi presenti nella pianta, quello responsabile degli effetti psicotropi, ndr) inferiori ai limiti di legge, cioé per definizione normativa non una droga".