Cosa hanno detto esattamente tre magistrati antimafia sulla serie tv Gomorra
Cosa hanno detto esattamente tre magistrati antimafia sulla serie tv Gomorra

Cosa hanno detto esattamente tre magistrati antimafia sulla serie tv Gomorra

Cosa hanno detto esattamente tre magistrati antimafia sulla serie tv Gomorra
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 Gomorra 2, nella foto Maria Pia Calzone con Marco D'Amore. La serie tv tratta dal libro di Roberto Saviano riparte stasera su Sky Atlantic
 Gomorra 2, nella foto Maria Pia Calzone con Marco D'Amore. La serie tv tratta dal libro di Roberto Saviano riparte stasera su Sky Atlantic

Le parole di Borrelli

“La serie televisiva offre una rappresentazione folkloristica dei clan, una rappresentazione pericolosa perché distoglie l’attenzione dall’attuale configurazione della camorra”“Forse sarebbe meglio parlare di rappresentazione parziale. Volevo dire che la fiction televisiva non coglie alcun aspetto della camorra di oggi”.“Da un punto di vista formale siamo in presenza di un prodotto di ottimo livello. Il fatto è che la vera criminalità organizzata presenta caratteristiche molto sgradite per chi se ne occupa professionalmente. Oggi la camorra ha superato lo stato di contiguità con i ceti professionali, l’imprenditoria, una parte della politica”.“I clan esprimono una propria classe dirigente di professionisti, imprenditori e politici. E questo rappresenta motivo di preoccupazione. La camorra raccontata in Gomorra è un’entità paradossalmente tranquillizzante, perché consente di differenziarsi”.
 I protagonisti di Gomorra
 I protagonisti di Gomorra
“Era un’altra cosa - osserva Borrelli - Riusciva a descrivere la bestialità di alcuni comportamenti, degli istinti più bassi dei protagonisti. Ma anche il film raffigura una realtà di tanti anni fa”.

Le parole di Cafiero De Raho

“Credo che evidenziare i rapporti umani come se la camorra fosse un’associazione come tante altre non corrisponda a quello che realmente è, la camorra è fatta soprattutto di violenza”.

Le parole di Gratteri

“Chi produce, chi scrive si deve preoccupare di quello che è l’effetto sulla collettività. Non voglio assolutamente polemizzare con nessuno e non parlo mai di cose specifiche. Dico che la cinematografia e la televisione fanno arte e non mi metto a disquisire su questo. Il senso dei film, dei docufilm e dei libri è quello di educare. Se davanti alle scuole vediamo dei ragazzi che si muovono, si vestono e usano le stesse espressioni degli attori e dei personaggi di questi film che trasmettono violenza su violenza, mi pare che il messaggio non sia positivo. Bisogna riportare parte di ciò che accade nelle mafie, però dobbiamo all’interno dello stesso film o libro inserire qualcosa di alternativo, un messaggio che questi non sono invincibili e forti”.
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