"Il cinquantesimo anno sarà per voi un Giubileo". Da questa indicazione del Levitico scaturisce anche l'Anno Santo Straordinario indetto da Papa Francesco, che il 29 novembre ha aperto a Bangui, in Centrafrica, la prima Porta Santa pronunciando la formula codificata da secoli: "Aprite le porte della giustizia". Parole che erano state dette poco meno di 16 anni fa da San Giovanni Paolo II che - già visibilmente sofferente - aprì la Porta santa del Grande Giubileo del 2000, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre 1999.
Nell'antico Israele, dopo sette settennati, era prescritta la liberazione dei prigionieri, la cancellazione dei debiti e la restituzione delle terre agli antichi proprietari. Ma bisognerà aspettare proprio il Grande Giubileo del 2000 per vedere riproposta la dimensione sociale sottesa all'antica legge giudaica, con la richiesta davvero dirompente avanzata dal Papa polacco ai legislatori di tutto il mondo della cancellazione del debito estero dei paesi poveri e di un gesto di clemenza verso i detenuti.
Nel 1300 Papa Bonifacio VIII proclamò invece il primo Giubileo cristiano concedendo l'indulgenza come un bene puramente spirituale: ogni 100 anni la piena liberazione da colpe e da pene era assicurata a chi nell'Anno Santo avesse compiuto le visite alla Basiliche Vaticana ed a quella Ostiense, nel numero di 30 se si trattava di romani e di 15 se forestieri. "Avrà però ognuno più merito, e con più fretta conseguirà l'indulgenza con quanta maggiore frequenza e divozione visiterà le basiliche", si legge nella bolla del 22 febbraio 1300. Isidoro di Siviglia, nelle sue "Etimologie", scrive che la spiegazione del Giubileo come perdono perfetto delle colpe è un superamento cristiano delle usanze ebraiche. All'inizio, poi, remissione, perdono, e indulgenza erano considerati sinonimi, senza che fosse chiara la distinzione tra essi. Progressivamente, l’espressione indulgenza è stata invece riservata ad una forma speciale dell’aiuto che al di fuori del sacramento della confessione la Chiesa offre ai fedeli per ottenere la salvezza, e questa ebbe una importanza sempre maggiore nella celebrazione degli Anni Santi, che mano mano vennero ravvicinati: prima ogni 50 anni e poi ogni 25 per consentire ad ogni generazione di viverne uno e di ottenere dunque questo beneficio.
La teologia fin dall'inizio si è posta il problema di come sia possibile che l’autorità ecclesiastica possa abolire il debito della pena dovuta ai peccati. Risponde Paolo VI, che aprì la Porta Santa nel 1975: "L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa". Si suppone cioè che il peccatore sia sinceramente convertito ed abbia ricevuto l'assoluzione. L'indulgenza viene poi legata a "certe opere buone" che divengono la condizione per ottenerla, riaprendo così il capitolo delle possibili ricadute sul piano della giustizia sociale.
Nella Bolla d’indizione del Giubileo Straordinario, intitolata “Misericordiae Vultus”, Francesco esorta a cogliere l’Anno Santo Straordinario come un’occasione di rinnovato dialogo con l’ebraismo, Israele infatti ha ricevuto per primo la rivelazione sulla Misericordia, e con l’Islam, che invoca il Creatore come “Misericordioso e Clemente”. “Questo Anno Giubilare vissuto nella Misericordia possa favorire - chiede - l’incontro con queste religioni e con le altre nobili tradizioni religiose; ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e discriminazione”.