Quasi diecimila chilometri separano Milano e Wuhan. Due città che, fino a poco tempo fa, brulicanti e indaffarate, si scoprono vuote e paralizzate. Il coronavirus ha fermato il futuro, almeno per ora, riempiendo il capoluogo lombardo di silenzi mascherati e sguardi spaventati
Milano, città deserta
Tram e metro semivuoti, piazze sgonfiate da rumori e serracinesche abbassate. C'è chi la prende con ironia e invita ai "virus aperitivi" dalle 14 alle 18. A quell'ora tutto si ferma, tutto chiude. La città indossa un nuovo vestito e diventa irriconoscibile
Passeggiare per via Monte Napoleone è una abitudine per chi abita in città. Sembra quasi di assistere a uno spettacolo d'improvvisazione dove anche chi non può permettersi il "lusso" di un acquisto può rifarsi gli occhi, tra moda e passerelle sui due marciapiedi. Il coronavirus ha chiuso anche questo sipario
Davanti alla bocca e al naso una mascherina azzurra. In mano una busta della spesa, sempre più pesante. C'è una paura che spinge a rintanarsi in casa e un'altra, più irrazionale, che porta a riempire carrelli e svuotare scaffali. Dispense colme di inutili riserve, nell'attesa di poter tornare a ordinare da un elegantissimo menu
"Preferisce dentro o fuori?". I tavoli sono tutti vuoti. Scegliere non è mai stato così facile nella città dell'aperitivo e dei caffé. Non c'è fila, non c'è attesa. Sedersi significa contemplare il vuoto che c'è. È l'atmosfera, a Milano, sembra essersi imbruttita