AGI - Nel giro di pochi mesi un’azienda storica e in salute è a un passo dall’abisso con 10 operai su 10 in cassa integrazione e a rischio di prossima chiusura a causa della crisi energetica. “Con una corda al collo” è l’immagine cruda scelta da Antonella Sterza, titolare assieme al marito della ‘Cromatura del Seveso’ di Bovisio Masciago, provincia di Monza e Brianza. “C’è chi non paga le bollette? Noi non lo possiamo fare non solo perché dovremmo interrompere la produzione, ma anche perché non è nei nostri principi sottrarsi ai pagamenti di quello che si deve. Però il governo ci deve aiutare”.
Proprio oggi, in diverse città italiane si svolgono dei presidi nella 'Giornata internazionale di lotta al carovita' promossa dalla Federazione Sindacale Mondiale mentre mentre le chat di Telegram 'Noi non paghiamo le bollette' raccolgono sempre più adesioni.
Nella ditta attiva dal 1974, spiega Sterza all’AGI, l’attività principale è quella di “rendere lucidi e brillanti pezzi di ferro grezzi per vari usi, dal tubo della scopa ai tavolini”.
La crisi ha avuto un doppio impatto: “da una parte non abbiamo più lavoro perché le forniture sono diminuite, dall’altra non possiamo accendere l’impianto perché costa troppo”. La soluzione, al momento, “è accumulare più lavoro possibile e accendere solo tre giorni alla settimana. Il gas ci costa 9mila euro al mese al posto dei 2mila di prima e ora aspettiamo la nuova batosta che sarà peggio di quelle già arrivate”.
Il futuro è quella “corda” che potrebbe stringersi ancora di più: “Se la politica non fa qualcosa, chiudiamo entro fine anno”.