La galassia indipendentista della Sardegna fa quadrato attorno a Pierluigi Caria, noto 'Luiseddu' e figlio di uno dei fondatori del partito Sardigna Natzione Indipendentzia, al cento di un'indagine della Direzione distrettuale Antiterrorismo di Cagliari e della Digos di Nuoro su attività di combattimento all'estero. Nei suoi confronti e in quelli di altri due sardi residenti a Cagliari stamane sono scattate perquisizioni. Al presunto foreign fighter, 33 anni, di Nuoro, già dirigente del movimento indipendentista 'A Manca pro s'indipendentzia' (a sinistra per l'indipendenza), e laureato in Lettere all'università di Sassari con una tesi sul romanzo in lingua sarda, è stato ritirato il passaporto, per impedirgli di tornare in Medio Oriente.
Caria ha combattuto contro l'Isis con le milizie curde in Siria e in Iraq, secondo quanto emerso dalle indagini scattate dopo la diffusione, su internet, di una foto in cui si vedono due miliziani, in tuta mimetica e con il volto travisato, uno armato di kalashnikov l'altro con il pugno sinistro alzato, dietro a due bandiere: una della Bretagna antifascista, l'altra con il simbolo dei Quattro mori della Sardegna. I due militanti sono stati identificati e sono il bretone Olivier Francois Jean Le Clainche (conosciuto col nome di battaglia Kendal Breizh), morto in combattimento il 18 febbraio scorso e, appunto, l'italiano Caria. Quest'ultimo era già stato in Siria e Iraq per combattere con le Ypg, le Unità di protezione del Popolo curde, e l'International Freedom Battalion, la brigata composta da militanti stranieri che affianca i curdi nella lotta all'Isis. Caria - secondo quanto fa sapere la questura di Nuoro - è indagato per il reato previsto dall'articolo 270 bis del codice penale, l'associazione con finalità di terrorismo.
'Luiseddu' Caria è figlio di Angelo 'Anghelu' Caria, poeta nuorese scomparso nel 1996 e tra i fondatori del partito indipendentista Sardigna Natzione Indipendentzia. Secondo gli inquirenti che gli hanno preventivamente sequestrato il passaporto, il giovane stava per ripartire, in particolare a Sulaymaniyah, in Iraq. Caria è indagato per aver partecipato alle associazioni Unita' di protezione del Popolo (Yekineyen Parastina Gel - Ypg) e International freedom batallion (Ifb).
La solidarietà degli indipendentisti
"Pier Luigi Caria foreign fighter in Kurdistan? Sni non ha elementi per confermarlo e non ci interessa neanche cercarli prima di manifestare la ferma solidarietà", interviene il coordinatore del partito indipendentista, Bustianu Cumpostu, che si è presentato alle scorse politiche in Sardegna con la formazione Progetto Autodeterminatzione. "Non ci interessa cercare verifiche in merito, perché riteniamo che per un indipendentista sardo sia normale appoggiare qualunque lotta di liberazione nazionale dei popoli oppressi come riteniamo legittimo che ogni indipendentista scelga la forma con la quale espletare tale dovere".
"Siamo certi della sua buona fede, della sua onestà politica, della sua capacità di valutare le proprie scelte, della sua generosità, del suo impegno nella lotta per la libertà e per i diritti dei popoli e degli individui", afferma Cumpostu. Siamo a fianco di Luiseddu e lo sosterremo in tutto quello che sarà necessario, perché non solo sia liberato da qualsiasi restrizione ma gli sia riconosciuto il merito per il suo alto impegno per la libertà e per la difesa dei diritti primari, dei popoli e delle persone".
Anche il movimento indipendentista 'Liberu', col leader Pier Franco Devias (già candidato presidente della Regione Sardegna alle elezioni del 2014), esprime su Fb "sdegno e preoccupazione per l'ennesima azione repressiva della polizia politica italiana a danno di indipendentisti e di antimperialisti". "La polizia baserebbe le sue accuse sul fatto che nella foto compare evidentemente un fucile", sostiene Liberu. "Forse sarebbe opportuno informarla che in Kurdistan, e specialmente in quello in territorio siriano, da anni infuria la guerra, cosa che rende ben poco sensazionale la presenza di un'arma in una foto che ritrae uno scenario di guerra".
"Noi crediamo che sia assurdo accusare una persona, chiunque essa sia, di 'terrorismo' per l'ipotesi che abbia potuto aiutare i curdi che a migliaia hanno perso la vita combattendo contro i terroristi dell'Isis", sostengono Devias e Liberu.
Sul suo profilo Fb Luiseddu Caria ha raccolto numerosi post di sostegno e solidarietà. "Pensavo che i terroristi fossero quelli dell'Isis. Mi sbagliavo", si legge nei post in difesa del giovane. "Supportare popoli in lotta per la vita è qualcosa di molto diverso dal terrorismo", commenta un altro. "Chi combatte l'Isis non può essere accusato di nessun atto terroristico", argomenta un altro utente.
Nel maggio del 2013, quand'era studente all'università di Sassari, Caria fu identificato dalle forze dell'ordine mentre stava distribuendo volantini di sensibilizzazione e di informazione contro la costruzione della nuova caserma di Pratosardo. Era stato perquisito per verificare se avesse con sé droga. Il mondo indipendentista si era indignato per l'accaduto, che aveva letto come un atto intimidatorio per l'attività politica antimilitarista del giovane.