In Italia è puntuale quasi il 91 per cento dei treni regionali. Rispetto al 2014, la puntualità è cresciuta di 4 punti percentuali; di 1,2 sul 2015 ed è in linea con quella del 2016. Una sola corsa cancellata ogni cento programmate (e soltanto quattro su mille per dirette responsabilità di Trenitalia). Lo assicurano le Ferrovie dello Stato, in una nota diffusa alla stampa piena di numeri e percentuali, che sono il risultato di una indagine demoscopica condotta a luglio da una società esterna su commissione delle Fs. Non solo la puntualità: è migliorato anche il giudizio che i clienti danno del servizio e dei vari momenti che lo compongono (+4,6% vs luglio 2016 e +3,3% vs periodo gennaio-luglio 2016). Leggiamo: “Rispetto a luglio 2016 tutti i fattori della permanenza a bordo hanno registrato un miglioramento significativo: pulizia +5,9%, puntualità +4,8%, informazioni a bordo +4,6%, permanenza a bordo +4,6% e comfort +4,3%. Anche la security ha avuto un miglioramento significativo rispetto a luglio 2016 con +4,6%”.
Diminuiscono anche le avarie
Ancora: “I primi otto mesi del 2017 vedono la puntualità reale (arrivo entro i 5 minuti dall’orario previsto) dei treni regionali attestarsi al 90,7 e l’indice di regolarità (corse effettuate rispetto alle programmate) al 98,9%. Valori che, considerando le sole cancellazioni (0,4%) e ritardi (2,8%) imputabili direttamente a Trenitalia salgono al 99,6% come regolarità e 97,2% di puntualità. Anche le avarie che determinano stop tecnici alle corse si sono ridotte a 20,7 ogni milione di km percorsi, dimezzando i valori del 2014 (41,6 ogni milione di km)”.
Il bilancio di Trenitalia Regionale dei primi due quadrimestri del 2017 riguarda una mole complessiva di servizi che assomma a 1.380.378 corse, per 103.282.715 km percorsi complessivamente e 294.721.040 passeggeri trasportati.
Mezzi pubblici ancora troppo lenti
Una buona notizia per i milioni di Italiani che ogni giorno usano i treni regionali per andare a lavorare e che hanno dalla lettura dei giornali un’immagine molto diversa delle ferrovie locali. Solita stampa allarmista e catastrofista? Queste le cifre fornite da Piazzale dela Croce Rossa. Una notizia non buona sui trasporti arriva invece da Cernobbio, dove lunedì sono stati risultati i risultati di un’indagine realizzata dallo studio Ambrosetti. Secondo la ricerca, chi utilizza il mezzo pubblico nelle 14 aree metropolitane del Paese (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Venezia, Reggio Calabria, Cagliari, Catania, Palermo, Messina) impiega in media il doppio del tempo che a Parigi, Madrid, Berlino o Londra: 61 minuti per coprire solo 5,5 chilometri.
“La mobilità - sottolinea la ricerca a cui ha riservato un articolo il Sole 24 Ore - è un fenomeno in crescita esponenziale. Il tasso di mobilità della popolazione italiana, cioè le persone che si spostano giornalmente, è aumentato dal 75,1% all’83,6% nei soli ultimi cinque anni. A oggi, però, la mobilità italiana è un fenomeno legato alla mobilità individuale (tipicamente auto e moto), con valori molto più elevati rispetto alle capitali estere: ad esempio a Milano quasi il 50% degli spostamenti viene fatto con mezzi individuali e a Palermo la quota arriva al 78%; per contro a Londra solo un cittadino su tre usa un proprio mezzo, mentre a Parigi meno di uno su sei. In questo quadro la mobilità collettiva è sbilanciata verso la gomma: l’autobus ha una quota del 65%, a fronte del 34% francese, 36% tedesco e 50% di media Ue. In aggiunta, l’età dei mezzi è più elevata rispetto agli altri Paesi (11,4 anni in Italia, 7,8 in Francia e 6,9 in Germania) con evidenti conseguenze in termini di emissioni inquinanti e alti costi di manutenzione”.
Potenziare la mobilità su ferro
L’unica, ha sottolineato anche l’ad del Gruppo Ferrovie, Renato Mazzoncini, è potenziare la mobilità su ferro per rendere il sistema della mobilità anche in ambito locale sempre più efficienti ed integrati. Sempre dal Sole: “In Italia abbiamo 3,8 chilometri per milione di abitanti di rete metropolitana, metà di quella della Germania e un terzo della Spagna. In Italia ci sono 234 chilometri di linee metropolitane, meno dei 290 della sola Madrid. In Germania 630 chilometri, nel Regno Unito 680 chilometri. La rete tranviaria vede un quadro simile in cui l’Italia si attesta a 5,34 chilometri per milione di abitanti, in linea con il dato della Spagna ma distante da Francia e Germania”. Da un potenziamento ed ‘efficientamento’ della rete di trasporti e del sistema integrato di mobilità lo studio Ambrosetti ha calcolato risparmi possibili fino a 12 miliardi di euro all’anno (quasi un punto percentuale di Pil) calcolati in termini di risparmio di tempo, decongestionamento, miglioramento dell’ambiente e della sicurezza. “Solo dimezzando i tempi di spostamento, in linea con quelli dei principali Paesi europei, gli italiani potrebbero risparmiare tra i 5,5 e i 7 miliardi all’anno”.