Si considerano i nuovi guardiani dell’informazione, i cacciatori di fake news, gli investigatori che mettono a nudo le falle dell’informazione online. La redazione della app americana “NewsGuard” è nel cuore di Manhattan, con 35 giornalisti, più i collaboratori che lavorano da casa. Attraverso un’estensione sul browser, da Chrome a Firefox e Safari, gli utenti su Internet trovano in alto a destra sulla pagina del sito un bollino verde o rosso, dipende se ha superato i test di attendibilità e correttezza. Verde, l’ha superato, Rosso, no.
Cliccando sul bollino, appare la “pagella” e si può verificare con quale ranking è stato raggiunto il giudizio complessivo. Un baffetto verde segnala, per ogni voce, il raggiungimento degli standard di correttezza, altrimenti compare una croce di colore rosso. NewsGuard conta anche su ex studenti della Columbia University, è sostenuta da donazioni e dopo aver analizzato 2.000 siti americani e 150 del Regno Unito, passerà ad analizzare l’informazione sui siti italiani: dal 13 maggio NewsGuard sbarcherà in Italia per consegnare le prime “pagelle”.
Di fatto la redazione si autopromuove come un’autorità per certificare chi fa informazione corretta. Sotto esame 9 voci che rispondono a criteri giornalistici: verificano se le notizie sono attendibili, le fonti citate chiaramente e i donatori resi pubblici, ma anche se notizie e commenti non sono separati, oltre alla presenza di titoli ingannevoli, pubblicità occulta, possibili conflitti di interesse di chi scrive e se il sito provvede informazioni chiare sui creatori di contenuti.
I giornalisti di “NewsGuard” si muovono in questo modo: ognuno si occupa di una testata online, la analizza per giorni, poi stila la pagella che viene vagliata da un ufficio centrale. Se vengono trovate falle, viene contattata la testata, vengono segnalati i punti che non vanno e valutate le spiegazioni. Dopo alcuni giorni la valutazione verrà messa in rete. Cliccando sul bollino, rosso o verde che sia, l’utente potrà vedere la “pagella”. Il bollino verde si ottiene anche se non si ottengono nove giudizi positivi su nove, ma dipende da quali criteri di trasparenza non sono stati rispettati.