Ormai basta la sola parola 'esorcismo' per scatenare fantasie e curiosità che non a caso hanno colpito anche l’immaginazione di innumerevoli cineasti. Chissà quanto abbia influito proprio il film “L’esorcista” del 1973 nell’immaginario comune, alla creazione di quello che parrebbe essersi sviluppato a tutti gli effetti come un vero e proprio mito. Quello dell’esorcista naturalmente, che richiama più al sovrannaturale che alla teologia, e del quale comunque sappiamo così poco.
A parlare con Italia Oggi è stato Calogero Palilla, pronto a sbugiardare tante leggende metropolitane che circolano confuse tra gli appassionati del genere. Frate Palilla è dal 1999 che combatte le influenze del maligno nei corpi di poveri sventurati, da quando l’allora cardinal De Giorgi gli comunicò che gli sarebbe stata assegnata questa difficile missione, fu così che venne ribattezzato frate Benigno. Difficile non perché giornalmente Palilla, che ormai è arrivato ai 78 anni, ogni giorno debba fisicamente fare a cazzotti con il demonio, ma perché un esorcismo comporta spesso più che altro l’ingresso improvviso e a piè pari dentro una psiche, come se fossero anni di terapia concentrati in pochissime ore, e la cosa chiaramente necessità di grande sforzo così come di grande serietà e preparazione.
Tant’è che la Chiesa a febbraio 2018 aveva lanciato l’idea di un corso su “L’esorcismo e la preghiera di liberazione”, promosso dall’Ateneo pontificio regina apostolorum su una piattaforma del ministero dell’Istruzione, caldamente sponsorizzato ai tempi, su Vatican News, anche da Cesare Truqui, allievo di padre Gabriele Amorth, forse il più importante esorcista della storia e deceduto nel 2016, che ha lamentato la scarsità di vocazione tra i sacerdoti affermando che: “Molti cristiani non credono più all’esistenza del Maligno, vengono nominati pochi esorcisti e non ci sono più giovani preti disposti a imparare la dottrina e la pratica di liberazione delle anime”.
La Conferenza episcopale siciliana organizza spesso corsi di aggiornamento delle pratiche esorcistiche, tra i più importanti proprio quello coordinato da Calogero Palilla nel centro regionale Giovanni Paolo II. Proprio in Sicilia, che si propone come capitale dell’esorcismo, infatti dei 200 preti che oggi praticano esorcismi in Italia, 20 sono quelli che operano nell’isola, più di tutte le altre regioni italiane, come ricorda lo stesso Palilla: “Siamo 30 per tutte le 19 diocesi siciliane, quattro soltanto a Palermo”, ciò vuol dire che in Sicilia ci sono il doppio degli esorcisti attualmente operanti in tutta la Spagna.
Non è semplice spiegare il motivo per cui proprio in Sicilia ci sia questa grande richiesta di preti specializzati nella pratica, quel che è certo e che assicura anche frate Benigno è che “non sempre chi ritiene di avere bisogno di un esorcismo ha davvero bisogno di un esorcista. Anzi: nel 99% dei casi non è così”, per questo lui durante i suoi interventi è sempre assistito da una vera e propria equipe formata da uno psichiatra, un criminologo, due medici di famiglia e una psicoterapeuta; e prosegue: “Per diventare esorcisti bisogna approfondire i temi storici, liturgici e biblici, bisogna avere una buona preparazione teologica e fare tirocinio con un altro esorcista. È come fare l’avvocato: non basta la laurea, prima è necessario fare praticantato in un altro studio legale”.
Ancora: “Mi rincresce pensare che nelle Università non si parli mai di questo tema. Capisco che serva la fede, ma bisogna ammettere che ci sono patologie che, non si sa come e non si sa perché, sono guarite con la sola preghiera e con gli esorcismi”. Un problema, quello della formazione, ribadito anni fa anche da un altro frate esorcista, Padre Carlin, al Corriere della Sera: “Qualcosa si muove, come associazione ci stiamo lavorando, ma purtroppo manca ancora una formazione accademica su angeli e demoni. È stata eliminata dopo il Vaticano II, chissà perché”. Secondo i dati pubblicati dal quotidiano La Sicilia, dal 2012 i casi di siciliani posseduti da Satana e sottoposti a un esorcismo sono triplicati. Sino a raggiungere le 55 persone negli ultimi quattro anni.