L'estate è di sicuro finita in anticipo, e forse non è mai iniziata, per circa 671mila studenti delle scuole superiori che si ritrovano in questi giorni ad affrontare i temutissimi esami di riparazione. Un banco di prova al quale, in teoria, i ragazzi sono chiamati prima del 31 agosto, ma che di fatto cambia a seconda dell'istituto.
Il calendario (variabile) delle prove
Secondo quanto riportato dal sito Studenti.it, le date dei giorni in cui si svolgono gli esami di riparazione vengono decise autonomamente dalle singole scuole. Non esiste dunque un calendario degli esami di riparazione 2017 deciso dal Miur e che valga per tutti mentre sono disponibili le date sui portali delle singole scuole – per quanto riguarda quelle che ne sono dotate – oppure si trovano nelle segreterie scolastiche.
Quanto alla data limite del 31 agosto, è indicata nell’articolo n. 6 del Decreto ministeriale del 3 ottobre 2007 numero 80 secondo cui gli esami di riparazione andrebbero fatti “di norma, entro il 31 agosto dell’anno scolastico di riferimento (…) e comunque non oltre l’inizio delle lezioni…” . Ciò significa che potrebbero essere calendarizzati anche a luglio, al termine dei corsi di recupero, ma di fatto - assicura Studenti.it - non accade mai ed è più facile che il Collegio dei docenti scelga di fissare le date tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre. L'importante è che tutti gli studenti siano esaminati e scrutinati prima della campanella d'inizio anno. Da lunedì a meroledì quasi tutti gli istituti scolastici coinvolti esauriranno le prove.
Come si svolgono
Ma in cosa consiste nello specifico l'esame di riparazione? E com'è strutturato? Anche in questo caso non ci sono direttive standard dal Miur, si legge sul sito di Studenti.it. Purtroppo non c’è uno schema prefissato dal Miur: le domande a cui bisognerà rispondere in maniera corretta per recuperare il debito le deciderà il professore doi stesso che ha giudicato lo studente insufficiente durante lo scrutinio finale.
E sarà sempre lui, in accordo con il Consiglio di classe, a scegliere anche il giorno e la modalità del test (ovvero se sarà scritto od orale), dettagli che vengono comunicati alla fine dell'anno scolastico nella lettera in cui si viene informati del debito. E per chi lo considera una brutta notizia, Studenti.it rassicura: "Trattandosi del tuo professore, infatti, non sarà troppo difficile capire quali sono gli argomenti del programma che ritiene più importanti e a cui magari ha dedicato maggiore attenzione in classe".
Il voto. Cosa succede se non si supera l'esame
Secondo i dati del Miur, il 42% degli studenti viene promosso con debiti e solo 1 su 4 li recupera. Gli altri non sono condannati a ripetere l'anno perché, riporta ancora il sito della Pubblica Istruzione, i debiti non recuperati non comportano la non promozione o la non ammissione all’ultimo anno di superiori: "Il consiglio di classe procede ad una valutazione complessiva dello studente, che, in caso di esito positivo, comporta l’ammissione dello studente stesso alla classe successiva". Dunque, per essere bocciati non avendo passato il test di recupero è necessario che, il professore o i professori che hanno valutato i compiti di recupero, convincano gli altri della necessità di far ripetere l'anno all'alunno. Con una materia, o anche due, per rimediare la bocciatura a settembre bisogna andare davvero male. L'ammissione alla maturità, inoltre, dipende esclusivamente dai voti del quinto anno durante il quale è necessario avere almeno la piena sufficienza.
Ma gli esami di settembre hanno ancora senso?
Ma allora, se determinano la 'non promozione' in casi rari, gli esami di riparazione hanno davvero un senso? Se lo chiedono migliaia di famiglie alle prese come detto con le ripetizioni e programmi di vacanze estive saltati. Non sarebbe meglio, per chi ha una o più insufficienze a giugno, prolungare il periodo scolastico di 2-3 settimane, magari con un orario ridotto? Scrive la responsabile del settore Scuola del Corriere della Sera, Gianna Fregonara: "In realtà quando nel 2007 furono reintrodotti gli esami di riparazione, l’idea di fondo era che fosse la scuola stessa a organizzare corsi di recupero durante l’anno e poi nel mese di giugno: le scuole più o meno lo fanno, ma spesso le ore e le risorse non sono sufficienti e si è tornati alle lezioni a pagamento. Negli anni si è sviluppato anche un mercato online di lezioni e piattaforme di «pronto soccorso» scolastico. A dieci anni dalla reintroduzione - voluta soprattutto contro le promozioni facili e la scuola poco meritocratica - sarebbe il momento di fare un bilancio sugli esami di recupero, considerando che le difficoltà maggiori i ragazzi le incontrano nel primo anno delle scuole superiori: dalle scuole medie escono tutti promossi (99,8 per cento quest’anno) e con le idee confuse sul proprio curriculum scolastico. E alle superiori si perde uno studente su tre che non arriva in regola al quinto anno".
"Io dico che servono"
Se serve l’esame di riparazione se lo è chiesto anche Renato Crupi, genitore di un ragazzo rimandato in matematica al primo anno di liceo, sempre sul Corriere: "Oggi direi di sì: in questi ultimi giorni ho guardato più da vicino mio figlio. La mia sensazione è che sia cambiato, sia maturato, che sappia studiare un po’ meglio, che la matematica lo interessi un po’ di più. Certo studiare non lo appassiona, ma del resto anch’io non mi ammazzavo di studio, eppure non sono mai stato rimandato. Oggi ci sono molte più attese di prestazione dei ragazzi da parte dei genitori soprattutto. Ai miei tempi non era così, si faceva un po’ lo «slalom», si cercava di cavarsela. Che cosa ho imparato io genitore da quest’estate senza vacanze? L’ho detto a Matteo proprio ieri: se vuoi fare tesoro di questo esame, l’anno prossimo comincia a studiare prima che ce la puoi fare. Ma certo quello che gli auguro più di tutto è che trovi un po’ di passione, che capisca che se ci metti un po’ del tuo studiare è anche bello".