Roma - Con la morte di Umberto Eco il mondo della cultura, anche internazionale, perde una delle figure di maggiore importanza. Filosofo e semiologo, fine cultore del Medioevo, padre della semiotica interpretativa, ma anche saggista e professore emerito dell'Università di Bologna. Eco iniziò a interessarsi all'influenza dei mass media nella cultura di massa a partire dalla fine degli anni '50. Nel 1988 fondo' il Dipartimento della Comunicazione dell'Universita' di San Marino. Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell'Universita' di Bologna. Dal 12 novembre 2010 Umberto Eco diventa socio dell'Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. Figlio di un negoziante, Eco consegui' la maturita' al liceo classico "Giovanni Plana" di Alessandria, sua citta' natale. In gioventu' fu impegnato nella Giac (l'allora ramo giovanile dell'Azione Cattolica) e nei primi anni cinquanta fu chiamato tra i responsabili nazionali del movimento studentesco dell'Ac. Nel 1954 abbandono' l'incarico in polemica con Luigi Gedda. Si Laurea in filosofia nel 1954 all'Universita' di Torino con Luigi Pareyson con una tesi sull'estetica di San Tommaso d'Aquino inizio' a interessarsi di filosofia e cultura medievale, campo d'indagine mai piu' abbandonato, anche se successivamente e per lunghi anni si dedico' allo studio semiotico della cultura popolare contemporanea e all'indagine critica sullo sperimentalismo letterario e artistico. Nel 1956 pubblico' il suo primo libro, un'estensione della sua tesi di laurea dal titolo Il problema estetico in San Tommaso.
Ma e' lunga e molto importante la lista dei suoi lavori. Tra i maggiori: nel 1963 pubblica un libro che e' diventato nel tempo un classico 'Diario minimo' (Mondadori), volume che raccoglie saggi come Fenomenologia di Mike Bongiorno e Elogio di Franti. E ancora, 'Apocalittici e integrati' (Bompiani) del 1964, altro classico 'La struttura assente' (Bompiani, 1968). Ma la celebrità a livello mondiale arrivera' nel 1980 con 'Il nome della rosa'. Un romanzo che farà riscoprire all'Italia e poi al mondo intero, attraverso la formula del giallo, dell'intrigo, del mistero, il meraviglioso mondo medievale. Con 'Il nome della rosa' Eco vincera' il Premio Strega nel 1981 e numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Ma al di là dei premi 'Il nome della rosa' ha rappresentato il desiderio di Eco di dare pari dignità a tutte le forme culturali. Dopo Il nome della rosa, sono arrivati 'Il pendolo di Foucault' (1981), 'L'isola del giorno prima' (1994), Baudolino (2000). Fino al piu' recente 'Numero zero'.
Nella sua lunga carriera, nel 1954 vince un concorso della Rai per l'assunzione di telecronisti e nuovi funzionari. Con Eco vi entrarono anche Furio Colombo e Gianni Vattimo. Dal 1959 al 1975 fu condirettore editoriale della casa editrice Bompiani. Nel 1962 pubblico' il saggio 'Opera aperta' che ebbe notevole risonanza a livello internazionale e diede le basi teoriche al Gruppo 63, movimento d'avanguardia letterario e artistico italiano. Nel 1961 inizio' anche la sua carriera universitaria che lo porto' a tenere corsi, in qualita' di professore incaricato, in diverse universita' italiane: Torino, Milano, Firenze, infine, Bologna dove ha ottenuto la cattedra di Semiotica nel 1975, diventando professore ordinario. All'universita' di Bologna e' stato direttore dell'Istituto di Comunicazione e spettacolo del Dams, poi ha dato inizio al Corso di Laurea inScienze della comunicazione. Infine e' divenuto Presidente della Scuola Superiore di Scienze Umanistiche che coordina l'attivita' dei dottorati bolognesi del settore umanistico. Nel corso degli anni ha insegnato anche in varie universita' straniere tra cui UC-San Diego, New York University, Columbia University, Yale, College de France, Ecole Normale Superieure. Nell'ottobre 2007 si e' ritirato dall'insegnamento per limiti di eta'. In tutta la sua lunga carriera Eco ha ricevuto 40 lauree honoris causa da universita' europee e americane. (AGI)