Inquinamento globale, forse lo si potrebbe definire così. Significa che anche le zone della Terra più irraggiungibili, disabitate e perciò finora ritenute vergini e incontaminate, sono in realtà colpite dal fenomeno dell’inquinamento, e in particolare dalla microplastica (frammenti piccoli e invisibili a occhio nudo). Secondo uno studio pubblicato su Nature Geoscience, agenti atmosferici come il vento possono trasportare questi rifiuti in aree sperdute come i Pirenei, la catena montuosa che divide Francia e Spagna. “Pensiamo che le microplastiche possano raggiungere aree remote e scarsamente abitate attraverso il trasporto del vento”, spiegano i ricercatori.
L’emergenza plastica non riguarda soltanto le acque
Quella della plastica è un’emergenza oramai nota, studiata e testimoniata, ma finora la comunità scientifica aveva riconosciuto la gravità del problema soprattutto grazie agli studi effettuati sull’acqua. Le ricerche sui piccoli frammenti di plastica che dai fiumi finiscono negli oceani avevano già svelato una situazione drammatica, come per esempio quella delle isole di rifiuti nel bel mezzo di Pacifico, Atlantico e Indiano.
Ora però, secondo i ricercatori, la minaccia globale all’ecosistema può arrivare anche da agenti atmosferici come vento, pioggia e neve: le folate d’aria sarebbero in grado di trasportare microplastiche fino a cento chilometri di distanza dal punto di origine, forse anche di più, e le precipitazioni farle arrivare al suolo.
Blowin’ in the wind: la plastica che non ti aspetti
Per giungere a questa conclusione il team di ricerca guidato da Steve e Deonie Allen dell’EcoLab di Tolosa si è appostato sul versante francese dei Pirenei per osservare la situazione ambientale. Uno studio lungo cinque mesi, tra il 2017 e il 2018, trascorsi in una zona lontana 6 chilometri dal più vicino villaggio (dove vivono circa cinquecento abitanti) e addirittura 125 da Tolosa, la grande città più prossima.
Il risultato? Ogni giorno, in ogni metro quadro di superficie, hanno trovato 365 tracce di microplastiche. “Dal momento che ci trovavamo sulla cima di una montagna, senza fonti di inquinamento vicine, esiste la possibilità che la microplastica sia ovunque”, le parole di Allen.
Una scoperta preoccupante e che deve far riflettere: blowin’ in the wind – nel soffio del vento, come cantava Bob Dylan nel 1963 - non ci sono più soltanto le risposte alle domande esistenziali dell’uomo, ma anche rifiuti in grado di svolazzare indisturbati per secoli in tutto il mondo.