Può un sapone trasformare una ragazza "di colore" in una "bianca"? Ovviamente no. Questo però è quello che l'ultimo spot di "Dove", marchio di prodotti per l'igiene personale di Unilever, potrebbe suggerire. Almeno secondo i moltissimi messaggi con cui il popolo della rete ha attaccato pesantemente l'azienda, colpevole di aver realizzato una pubblicità in grado di veicolare un messaggio razzista.
Lo spot incriminato
La campagna, pubblicata e poi cancellata sul profilo Facebook, mostra una donna di colore, sorridente, mentre si sfila una maglietta. Una volta tolto l'indumento, però, il pubblico si trova davanti agli occhi un'attrice diversa, con la pelle chiara, e con indosso una maglietta pulitissima e bianchissima. La reazione non si è fatta attendere trasformandosi in una rabbia furiosa che si è riversata sulle bacheche social di Dove. Tanto da costringere al ritiro dello spot e alla pubblicazione di alcuni post di scuse: "Siamo profondamente dispiaciuti per le offese che abbiamo arrecato".
An image we recently posted on Facebook missed the mark in representing women of color thoughtfully. We deeply regret the offense it caused.
— Dove (@Dove) 7 ottobre 2017
Un'accusa non nuova
Non è la prima volta che Dove deve difendersi da reazioni di questo tipo. Su twitter, ad esempio, sono spuntati altri casi che mostrerebbero la portata del problema e quanto, negli anni, l'azienda non abbia saputo cambiare il suo approccio nei confronti di pubblicità di questo tipo. Nel 2011 un'altra campagna suscitò reazioni simili. Le protagoniste, allora, erano tre ragazze, diverse fra loro, messe in fila seguendo quest'ordine: una donna di colore, una donna con i capelli scuri e infine una donna con carnagione chiara e capelli biondi. Il processo di cambiamento suggerito, secondo gli accusatori, era il medesimo. Allora Dove affermò che non c'era una consequenzialità "before-after" (prima e dopo), ma facevano parte tutte e tre del "dopo".
You have done it in the past. pic.twitter.com/qaGG10bePw
— Nonhlanhla Mabhena (@N0n0zA) 7 ottobre 2017
Il terzo caso: la scritta
Due anni fa, invece, fu una crema a conquistare le luci della ribalta e l'attenzione del pubblico. Precisamente fu una scritta che compariva sulla confezione e che diceva: "una lozione nutriente per la pelle normale o scura". Anche in questo caso i detrattori sottolinearono come quelle parole facessero pensare a una differenza tra i due tipi di carnagione.
This is so wrong. Normal to dark skin. Really. Pic by @jonalisag pic.twitter.com/JH4TjpkvwI
— Add your name (@cihpom) 8 ottobre 2017