Con l’hashtag #mettiamocilafaccia, diventato virale nel giro di poche ore, Como chiede un dormitorio permanente dove poter ospitare la novantina di senzatetto finiti a dormire per strada dopo che, il 30 aprile, ha chiuso la struttura provvisoria che li ospitava, in via Sirtori.
A promuovere la campagna sui social tre consigliere comunali con militanze politiche diverse, ma accomunate dal volontariato accanto a chi non ha una casa: Patrizia Maesani, da poco uscita da Fratelli d’Italia e ora nel gruppo misto, Patrizia Lissi del Partito Democratico e Barbara Minghetti di Svolta Civica. Sono anche le firmatarie di una mozione in consiglio comunale, appoggiata da tutti i partiti tranne che dalla Lega e dalla lista civica che sostiene il sindaco Mario Landriscina, per individuare “un immobile da trasformare in dormitorio permanente”.
“È sbagliato dire che la destra, a cui appartengo, ha promosso questa battaglia perché è di tutti - precisa Maesani - Le persone che postano la foto della loro faccia sono sacerdoti, imprenditori, operai, scrittori, artisti e famiglie intere. Parliamo di temi sui quali deve esserci unità etica”.
La giunta guidata da Landriscina ha preso alcuni provvedimenti che hanno suscitato le critiche di una parte della città perché ritenuti punitivi nei confronti dei poveri, come l’ordinanza del Natale 2007 che sanciva il divieto di mendicare con relative multe per chi la violava. Sul tema del dormitorio, il ‘governo’ della città ritiene che siano sufficienti le soluzioni provvisoria finora adottate.
“In questo momento - spiega Maesani – ci sono anche diverse donne per strada, che corrono gravi rischi. È già accaduto in passato che una cloachard sia stata violentata. A Como c’è anche l’aspetto delle fabbriche disabitate dove abitano queste persone. Non alteri il decoro perché sei lì, ma quanta violenza c’è e quanti rischi corrono le persone? Una fabbrica, poi, è una bomba innescata nel quartiere”.
Donne e amiche sono le tre consigliere che hanno diffuso per prime l’hashtag virale e si sono soprannominate le “patriziebarbariche” (dai loro nomi di battesimo): “Siamo sempre state unite, mentre io facevo la notte loro si occupavano dell’accoglienza e del dormitorio. I senzatetto li conosciamo uno a uno”.