Sembrano esserci ormai poche speranza per Atac: l’azienda del trasporto pubblico di Roma è a un passo dal fallimento. Il debito complessivo ha toccato quota 1,35 miliardi di euro. Una crisi di credibilità finanziaria e liquidità che mette a rischio gli stipendi dei 12mila dipendenti e la circolazione dei mezzi pubblici. Per il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio l'azienda potrebbe fare la fine di Alitalia." E’ una questione molto seria - spiega il ministro in un'intervista al Messaggero -. Il tempo non lavora a favore di chi deve decidere, cioè dell'azionista. Il rischio del dissesto finanziario è reale e non va sottovalutato”.
In 5 anni persi 765 milioni di euro
Di tutte le società controllate dagli enti locali l’Atac è la peggiore in assoluto. In 5 anni, tra il 2011 e il 2015, ha generato da sola - scrive la Stampa - il 70% delle perdite dell’intero comparto del trasporto pubblico locale, ovvero 765 milioni di euro. Un dato che da solo spiega bene il disastro in cui si trovano oggi bus, tram e metropolitane della capitale, dal momento che ai conti in rosso (il debito a sua volta ha toccato quota 1,35 miliardi) corrispondono investimenti ridotti al lumicino, tagli delle linee e alla fine qualità del servizio in caduta libera. Con l’aggiunta di scioperi a raffica e infinità di disservizi.
Tutti i guai di Atac
Il contenzioso con Roma Tpl
Lunedì 7 agosto un’ordinanza del Tribunale di Roma relativa al contenzioso con Roma Tpl ha intimato all’Atac - scrive il Corriere della Sera - di saldare entro due settimane una somma di 45 milioni di euro, una briciola rispetto agli 1,35 miliardi di maxi-debito, ma tantissimo per un’azienda che non ha un soldo in cassa. E i tempi per il saldo sono strettissimi: 15 giorni, dopodiché il tribunale passerà ai pignoramenti.
La multa dell’Antitrust
E’ arrivata venerdì 11 agosto l’ultima stangata per Atac. Una multa di 3,6 milioni di euro per le corse cancellate sulle Ferrovie Concesse giunta dall’Antitrust ha peggiorato ulteriormente la situazione della società dei trasporti locali.
Il debito con il Comune di Roma
Dal primo gennaio del 2019 l’Atac dovrà versare al Comune circa 1,7 milioni di euro al mese per i prossimi 20 anni. In sintesi - spiega Affari Italiani - è accaduto questo: per diversi anni Atac è riuscita a farsi anticipare dal Comune una quota parte del Fondo regionale dei trasporti per rimanere in vita. Un rivolo di linfa che però ha prodotto un maxidebito nei confronti del Comune che nel 2016 ha richiesto indietro i soldi. La delibera parla chiaro: Atac si è presa 429 mila 551 euro e ora li deve restituire in 20 anni, in 240 rate mensili di 1 milione e 789 mila euro.
I decreti ingiuntivi di Cotral e Trenitalia
Risale a marzo il decreto ingiuntivo depositato davanti ai giudici del Tribunale da Trenitalia - si legge sul Corriere - e con il quale vengono richiesti ad Atac 21 milioni di euro più gli interessi, per un totale di 30 milioni. Ai quali si aggiungono i 62 milioni chiesti a fine luglio, sempre con decreto ingiuntivo, da Cotral. In entrambi i casi i debiti di Atac riguardano la gestione dei biglietti Metrebus, dei quali l’azienda continua a incassare gli introiti senza distribuire i proventi a Cotral e Trenitalia. Nel caso di Cotral i debiti risalgono principalmente al biennio 2016/2017: circa cinque milioni di mancati incassi ogni mese che, sommati, determinano i 62 milioni del decreto ingiuntivo (complessivamente, per l’esattezza, considerando anche tutte le agevolazioni tariffarie, il debito contabilizzato da Cotral arriverebbe a 92 milioni). Nel 2016 sono arrivati anche altri decreti ingiuntivi da parte dei fornitori pe run importo totale di 325 milioni.
Il referendum per la liberalizzazione del trasporto pubblico
Potrebbe svolgersi - spiega il Sole 24 ore - tra aprile e giugno 2018 in concomitanza con le elezioni politiche o con quelle regionali il referendum consultivo per la messa a gara del trasporto pubblico della Capitale. Il 10 agosto c’è stato l’annuncio dell’obiettivo raggiunto con 33.040 firme raccolte per la campagna referendaria “Mobilitiamo Roma” promossa da Radicali Italiani e Radicali Roma. Le firme sono state consegnate l’11 agosto in Campidoglio. “È stato un successo grazie alla grande partecipazione dei militanti e dei romani su una questione cruciale per i cittadini come il servizio pubblico della città - spiega Riccardo Magi segretario dei Radicali italiani - abbiamo raggiunto e superato il traguardo delle circa 29mila necessarie a indire il referendum consultivo il prossimo anno”.
I debiti con le banche
Le banche si sono esposte per 180 milioni di euro e fino a questo momento hanno temporeggiato sui rientri.
I motivi del disastro Atac
Bassa produttività dei dipendenti
Il tasso di assenteismo - si legge ancora sul Sole 24 Ore - è elevato e fuori controllo quindi la produttività è al lumicino. Gli esperti dicono da sempre che c'è una sproporzione ingiustificata tra gli impiegati amministrativi e gli operativi (conducenti e chi materialmente fa funzionare il servizio). Il dato inquietante denunciato da anni e mai risolto è quello della sparuta pattuglia dei controllori dei biglietti. Poche centinaia di persone su un organico di 12mila.
L'evasione tariffaria
Solo a Roma, caso unico in tutta Europa, i ricavi da biglietti coprono una parte infima dei ricavi. Nel 2015 Atac ha incassato dalla vendita dei ticket 260 milioni su un fatturato di poco meno di un miliardo. Fenomeno antico e mai estirpato. Tanto per dare un'idea dello scandalo dei portoghesi, l'azienda consorella l'Atm di Milano, a parità di fatturato incassa il doppio dalla vendita dei biglietti da viaggio. Fanno in soldoni 250 milioni che di fatto mancano ogni anno alle casse dell'agonizzante azienda capitolina. Un dato che da solo fa la differenza tra fare gli utili e produrre le perdite. Il dato medio in Europa dice che i ricavi da biglietti valgono circa il 50% del monte ricavi.
I sussidi del Comune e della Regione
Ogni anno Atac riceve come contratto di servizio dal Comune e della Regione Lazio la bellezza di oltre 500 milioni di sussidio. Tutte le aziende di trasporto locale sono sussidiate, ma c'è un limite. l'Atm di Milano riceve poco più del 40% di risorse pubbliche. All'Atac si supera il 60%. E’ il costo dell’inefficienza.
Serve un cambio di passo
Si sta ragionando concretamente sulla possibilità di un concordato preventivo, una sorta di amministrazione straordinaria, sotto il controllo del Tribunale, finalizzata proprio a ripianare i debiti e a trovare un accordo con i creditori della società. Alla municipalizzata a rischio default, con servizi e organizzazione inefficiente, investimenti bloccati, e mezzi vecchi, serve un cambio di passo e un’operazione urgente di risanamento e rilancio.