Un gruppo di cittadini, con alcune donne in testa, stanno perlustrando San Lorenzo, il quartiere romano dov'è stata uccisa la sedicenne Desirèe Mariottini. “Non abbiamo nulla da dire”, sottolinea una di loro che assieme ad altri aveva accolto con applausi l'arrivo di Salvini in via dei Lucani. Nel pomeriggio dinanzi al cancello diventato una sorta di altare della memoria, col tributo costante di fiori e immagini dedicate alla giovane uccisa, i cittadini si raduneranno in un sit-in organizzato dal Comitato di Quartiere.
“Noi non facciamo parte di nessuna ronda – dice Sonia Ciuffetti, componente del Comitato – e ci fa ridere pensare che in un quartiere come San Lorenzo ci siano delle persone che affrontano i problemi in questa maniera. Io vivo quì da 41 anni e non ho mai sentito di ronde di quartiere”.
Attraverso le pagine social il Comitato ha diramato una lista di persone autorizzate a parlare a loro nome promettendo “smentite, rettifiche e querele”, quasi a evidenziare la tensione del momento. “Da tempo abbiamo dei gruppi Whatsapp – dice la signora Anna, residente nel palazzo di fronte al luogo del delitto – e ci coordiniamo per capire quando è consigliabile non uscire o su denunce da presentare alle autorità competenti”.