Questa mattina il moncone ovest del Ponte Morandi verrà abbattuto alla presenza del premier, Giuseppe Conte, del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Ad essere demolito sarà il pezzo da 36 metri di impalcato - largo 18 e del peso di oltre 900 tonnellate - che diventerà, inevitabilmente, il simbolo dell'abbattimento dei resti dell'infrastruttura crollata il 14 agosto scorso.
Quattro le fasi cruciali dell'operazione portata avanti dalle ditte Omini, Fagioli, Ireos e Ipe Progetti: la prima consiste nel posizionamento di quattro strand jack (pistoni idraulici capaci di movimentare grandi strutture e enormi pesi, già impegnati per la rotazione della Concordia nel settembre 2013) dalla portata di 600 tonnellate ciascuno. Ieri pomeriggio sono stati assemblati a terra i 4 martinetti, in attesa di essere posizionati sul viadotto mediante l'utilizzo di una gru della portata di 400 tonnellate con braccio di oltre 900 metri. Il vento di questi giorni ha impedito la normale operabilità dei mezzo di sollevamento.
I 4 strand jack, una volta sulla struttura, verranno disposti agli angoli del rettangolo di impalcato da rimuovere. La seconda fase è quella dell'azionamento degli strand jack, che solleveranno di pochi centimetri il pezzo di strada da 36 metri - la trave gerber - appoggiata tra le pile 7 e 8 per liberarla.
Il pezzo di impalcato definito "trave gerber" è tipico dei viadotti: quando il Morandi fu realizzato, le travi furono "appoggiate" tra le strutture e questo ha fatto sì che il giorno della tragedia venisse giù solo una porzione di ponte e non le strutture adiacenti. Nello specifico, il ponte è composto da pile su "gambe" e tamponi sospesi. Il tampone 3 è l'impalcato sospeso su corso Perrone, dove si andrà ad intervenire.
Lo step successivo dell'operazione è il taglio con il filo diamantato di acciaio dei punti d'appoggio sui quali insistono le due estremità della trave. Infine, tramite i cavi di acciaio degli strand jack c'è l'abbassamento della trave fino a terra. A chiudere questa operazione, che durerà 7 ore e mezza, il trasporto della gerber in un'area dedicata alla frantumazione ai fini dello smaltimento. Secondo quanto stabilito dal contratto di demolizione e ricostruzione, siglato tra la struttura commissariale guidata dal sindaco Marco Bucci e le aziende impegnate sui due fronti, lo smantellamento della parte ovest dovrebbe essere abbastanza avanti alla fine di marzo, in modo da permettere l'avvio della ricostruzione del viadotto sul Polcevera.
Nel frattempo, a Levante, sono stati effettuati i primi sopralluoghi tecnici. Questo lato di viadotto, che insiste sulle abitazioni evacuate dallo scorso 14 agosto, dovrebbe essere abbattuto con esplosivi. Le modalità di demolizione, così come accaduto per il lato ovest, saranno discusse in un incidente probatorio la cui data verrà fissata nell'udienza di oggi in tribunale, a Genova.