In 36 anni, dal 1975 al 2011, dal lago di Bracciano non è mai stata prelevata così tanta acqua e così a lungo di quanto non sia avvenuto in questi ultimi sette mesi, sfociati in una crisi idrica che minaccia di costringere Roma al razionamento. E’ il dato che emerge dal confronto dei dati raccolti da una ricercatrice Italiana, Sara Taviani, geologa dell’Università di Milano Bicocca, che ha pubblicato nel 2015 uno studio sulla rivista Hydrogeology Journal nel quale non solo vengono descritti tutti i flussi di acqua in entrata e in uscita dal lago di Bracciano, ma vengono anche simulati alcuni scenari che permettono di valutare l’impatto delle singole voci nel bilancio idrico del lago.
La scorsa settimana, nel corso di un intervento al tavolo della Regione Lazio, il Presidente di Acea, Paolo Saccani, aveva infatti parlato di un prelievo medio, per i primi sette mesi del 2017 di circa “1.200 litri al secondo”.
Se questi sono i numeri dei prelievi, allora - spiega Sara Taviani - questi diventano la maggiore componente in uscita dal bacino del lago di Bracciano, senza dubbio, e quindi hanno un’incidenza molto forte sul livello del lago”.
Un rapporto molto più elevato anche della evaporazione naturale. “La differenza tra l’acqua che entra per le piogge e quella che esce per l’evaporazione è pari a circa 0,1 metri (dieci centimetri). Se Acea prelevasse per un anno la stessa quantità d’acqua che è stata presa in questi sette mesi l’incidenza sarebbe pari a 0,6 metri (60 centimetri). Sei volte di più”. Il modello elaborato dalla ricercatrice può essere molto importante per conoscere l’esatta dinamica dei processi dei bacini e quindi per mettere in atto strumenti di gestione molto più raffinati di quelli attuali.
Lo studio permette inoltre di valutare per un periodo che va dal 1975 al 2011 i dati relativi ai prelievi di acqua dal bacino lacustre e di incrociare queste informazioni con i dati relativi alle precipitazioni e con le temperature. Fino a circa tutto il 1982 il prelievo di acqua potabile dal lago si è mantenuto costante intorno a una portata pari a un metro cubo al secondo.
Successivamente i prelievi sono stati meno costanti, ma anche progressivamente meno intensi calando fino al 1996 quando si è toccato il minimo pari a un flusso di circa 0,250 litri al secondo. Dal 1997 i prelievi sono stati molto meno costanti e anzi si osservano una serie di picchi mensili in cui i flussi raggiungono livelli record, come nel 1997 quando sono stati raggiunti circa 2 metri cubi al secondo.
Nel periodo dal 1998 al 2008 i prelievi sono stati comunque discontinui, ma sono stati molto inferiori al minimo consentito dalla concessione che è di 1,1 metri cubi al secondo e solo raramente e per brevi periodi hanno superato quella soglia. Negli ultimi sette mesi invece, sono rimasti costanti sopra quel tetto, a una quota che non è mai stata raggiunta prima per un periodo di tempo così lungo e questo nonostante il livello del lago continuasse a scendere senza sosta