Si è concluso con due condanne il processo ai fratelli Occhionero, arrestati il 9 gennaio del 2017 per una presunta attività di cyberspionaggio: il giudice del tribunale di Roma Antonella Bencivinni ha condannato l'ingegnere nucleare Giulio Occhionero a 5 anni di reclusione e la sorella Francesca Maria a 4 anni per accesso abusivo a un sistema informatico (e cioè a caselle di posta elettronica protette da password, sia personali che istituzionali, appartenenti a professionisti del settore giuridico-economico, a esponenti della politica o riconducibili ad Enti pubblici). La sentenza è arrivata dopo un'ora scarsa di camera di consiglio.
Giulio Occhionero è stato dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale per la durata della pena. La sorella, invece, è stata interdetta dai pubblici uffici per cinque anni. I due fratelli sono stati condannati al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede alle parti civili costituite, salvo una provvisionale immediatamente esecutiva di 5.000 euro all'Enav spa, 2000 euro al Ministero dell'Interno, 8.000 euro al Ministero Affari Esteri, 495,32 euro alla Regione Lazio e 25000 euro al Ministero dell'Economia e Finanze. Alla lettura del dispositivo della sentenza, i due fratelli, presenti in aula, non hanno detto una parola. Solo uno sfogo della madre: "Non è giusto". Nell'udienza dello scorso 10 aprile, il pm Eugenio Albamonte aveva chiesto pene più severe per i due imputati: 9 anni per Giulio Occhionero e 7 anni per Francesca Maria.