Il caso sulla morte di Stefano Cucchi pochi giorni fa è arrivato a quella svolta che la sorella Ilaria, e non solo lei, aspettava da nove anni: Francesco Tedesco, uno dei carabinieri coinvolti nella morte di Cucchi mentre era in stato di fermo, ha finalmente parlato, accusando i colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro di aver picchiato il giovane geometra romano. “Non mi interessa se sarò condannato o destituito. Ho fatto il mio dovere, ora sono rinato”, confida al suo avvocato subito dopo la deposizione.
“Non lo giustifico, ma lo comprendo” commenta invece così Ilaria Cucchi il silenzio di nove anni che ha rimandato una verità che appariva sin da subito evidente a tutti, sin da quando proprio Ilaria aveva deciso di mostrare al mondo in che stato suo fratello Stefano era stato ridotto mentre era nelle mani dello Stato. Francesco Tedesco da quando è stato sospeso dal suo ruolo all’interno delle forze dell’ordine nel febbraio 2017, è tornato nella sua Brindisi, una città che non ha mai davvero gradito il ruolo del suo concittadino nella morte di Stefano, già ai tempi della tragedia i muri della città erano stati invasi da scritte contro il carabiniere a firma della Curva Sud della squadra di calcio locale.
Leggi anche: Il duello durato mesi tra Ilaria Cucchi e Matteo Salvini
“Via gli infami da Brindisi. Cucchi vive” recitavano così le scritte, sparse ovunque, affinché non sfuggisse a nessuno la posizione netta presa dal tifo organizzato. Ilaria Cucchi dichiara di comprendere il silenzio di Tedesco, gli ultras del Brindisi sono molto meno morbidi nei confronti del loro concittadino, infatti nella notte di domenica sul cavalcavia che porta nel centro di Brindisi, è stato affisso un enorme striscione che recitava “Per l’infame nessuna pietà, sei la vergogna della città. Cucchi vive”. La firma è sempre la stessa, quella della curva del Brindisi Calcio. Lo striscione è stato rimosso dalla Digos che ha subito avviato le indagini.