Oltre sette milioni di morti ogni anno. È il drammatico dato delle vittime dell'inquinamento, secondo l'Oms, che fotografa una situazione ormai al limite. L'allarme sui rischi dei cambiamenti climatici viene rilanciato al convegno promosso a Roma dall'Istituto Superiore di Sanità, da oggi al 5 dicembre, che varerà una Carta Internazionale firmata dai più importanti esperti su salute e clima alla presenza di oltre 500 ricercatori provenienti da più di 30 Paesi, nel corso del primo Simposio Internazionale Health and Climate Change.
Sempre più caldo, sempre più gelo, sempre più alluvioni
Gli scenari futuri prevedono che un aumento della popolazione mondiale a 8 miliardi di persone entro il 2030 potrebbe comportare gravi carenze di cibo, acqua ed energia e di conseguenza ci potrebbero essere forti ripercussioni sulla salute e sulla disponibilità di risorse. La perdita dei servizi forniti dagli ecosistemi naturali comporterà la necessità di trovare alternative dispendiose.
In tutto il Sud Europa, Italia inclusa, ricorda l'Iss, i cambiamenti climatici stanno causando un aumento degli eventi meteorologici estremi come ondate di calore, piogge intense e allagamenti costieri, una espansione di nuove specie di vettori di malattia e sono associati ad un peggioramento della qualità dell’aria e al rischio incendi aggravato dalla siccità.
Un’Italia torrida e fragile
Secondo le stime più recenti in Italia entro il 2100 i giorni di ondata di calore aumenteranno in modo esponenziale, da 75 fino a 250 giorni all’anno, secondo i due scenari estremi di più basse e più alte emissioni di gas serra. Il “profilo italiano” sul clima che cambia e il suo impatto sulla salute mette in evidenza come l’Italia, per la sua posizione geografica, per l’estensione longitudinale, le sue caratteristiche orografiche e idrografiche, l’estrema eterogeneità meteo-climatica, lo stato diffuso di inquinamenti post-industriali, unito a una vulnerabilità idro-geologica e sismica, è un vero e proprio laboratorio di ricerca sull’impatto del cambiamento climatico sulla salute. Mostra in modo chiaro e inequivocabile come siano necessarie, per tutelare la salute umana, azioni specifiche di prevenzione, politiche e strategie nazionali di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici in atto.
Città trappole mortali
Secondo l’OMS, come detto, sette milioni di persone ogni anno muoiono prematuramente di malattie non trasmissibili a causa dell’inquinamento. Molti contaminanti atmosferici danneggiamo anche il clima. L’Oms ritiene che, diminuendo il livello di un particolare tipo di inquinante (conosciuto come PM10), si potrebbe ridurre la mortalità nelle città inquinate del 15% l’anno.
L’OMS denuncia che solo il 12% delle grandi città rispetta i valori guida per la qualità dell’aria e pertanto raccomanda un intervento urgente di riduzione dell’inquinamento urbano. Un effetto potenzialmente associato al surriscaldamento globale dovuto all’emissione di agenti inquinanti è la maggior facilità di diffusione delle malattie, favorite anche dall’aumento, grazie alle condizioni climatiche, di molti insetti vettori.
Aumentano anche le malattie infettive
In Europa, per esempio, si prevede l’aumento della diffusione della zanzara tigre e con essa le patologie che la puntura di questo insetto comporta. Inoltre già nel 2010 l’Iss ha analizzato i numeri di casi per malattie trasmesse da agenti legati in modo diretto o indiretto all’acqua, pubblicati nella banca dati del Ministero relativi ad alcune malattie nel periodo 2003/2009, e si è visto, correlandoli ai dati presenti nel database delle alluvioni che l’incidenza di alcune patologie infettive (Epatite A, legionellosi, Malattie infettive) era incrementata in alcune regioni dove si erano verificati importanti eventi alluvionali.
In Italia, stima il CNR, dal 2010 ad oggi 45mila persone sono state evacuate a causa di eventi meteo estremi o a questi legati. Non solo: i ricercatori del MIT hanno osservato come, a fronte del generale aumento di un grado centigrado, le patologie psicologiche di media entità sono salite del 2%. Le malattie rilevate includono: depressione, stati di ansia, insonnia, paure, malesseri psichici generalizzati.
I minori sono i più esposti
I bambini piccoli sono ovviamente più vulnerabili rispetto ai cambiamenti climatici perché alcuni organi e apparati come per esempio l’apparato respiratorio o il sistema di termoregolazione sono ancora in via di sviluppo e perché è, in generale, ancora in corso lo sviluppo fisico, mentale e cognitivo. Inoltre i bambini hanno, rispetto agli adulti, una maggiore esposizione per unità di peso corporeo, ed è quindi più probabile che, a parità di esposizione, per loro vengano superate le dosi soglia di rischio. Secondo l’OMS nel mondo circa il 50% dei decessi in età pediatrica è causato da diarrea, malaria e infezioni delle basse vie respiratorie, tutti fattori di rischio associati ai cambiamenti climatici.
In Italia uno studio che ha valutato gli effetti del caldo sui ricoveri ospedalieri in bambini residenti in 12 aree ha evidenziato un significativo incremento del 12% nei ricoveri pediatrici per cause respiratorie, associato ad una variazione della temperatura giornaliera (pari in media a un incremento di circa 4 gradi).