Mario Landriscina è l’Ebenezer Scrooge di Como. Come accade con il protagonista di “Canto di Natale” di Charles Dickens, il Natale non sembra scaldare il cuore al sindaco balzato agli onori della cronaca per l’ordinanza anti-accattonaggio in vigore nella città da venerdì scorso.
Landriscina ha vietato ai clochard della sua città di mendicare. Ma non solo: è deciso anche a impedire ai cittadini di offrire loro cibo e aiuto. Una guerra impopolare – la mossa è contestatissima soprattutto in centro - che intende combattere a colpi di multe e controlli. “Non è decoroso”, sostiene. Soprattutto quando la città si veste a festa per Natale.
“Landriscina pensasse ad aggiustare le strade invece di perseguitare i poveracci”, risponde qualche cittadino. Di sicuro non arretreranno i volontari della città guidati da don Roberto Malgesini, allontanati qualche giorno fa dai vigili mentre distribuivano la colazione: “Continueremo a portar tè caldo e biscotti a chi dorme per strada”. E insieme alle altre reti di associazioni comasche invitano al bivacco solidale previsto per il 23 dicembre. Ma nemmeno lui, il sindaco, ha intenzione di tornare sui suoi passi. Piuttosto lascia: “Non ci sto a passare per il sindaco cattivo d’Italia”. Ma “non ritirerò l’ordinanza anti accattonaggio. Sono un uomo libero, anche di sbagliare, ma ho un’etica cui non rinuncio. Non devo fare carriera, per cui se la città me lo chiede io mi dimetto”. Ma chi è il sindaco dell’ordinanza anti-poveri?
Chi è il sindaco di Como
63 anni, nato il 10 aprile del 1954 a Como, Landriscina è stato eletto a giugno del 2017 a capo a capo di una coalizione di centro-destra dal nome “Insieme”, formata da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale e civiche. Laureato in medicina, con specializzazione in anestesia e rianimazione, il sindaco è stato medico di famiglia a Tavernola e alla Ca’ Merlata. Poi ha prestato servizio negli ospedali di Sant’Anna e in Valduce.
Landriscina è stato inoltre ufficiale medico dell'esercito e ha prestato servizio a bordo dell’elicottero sanitario e delle ambulanze. Insieme a un gruppo di amici, colleghi e associazioni, ha dato vita al 118 di Como ed è Responsabile - Anestesia e Rianimazione II - S.S.U.Em. "118" – Elisoccorso. A Como è nato e cresciuto e “non ho mai voluto lasciarla”. Per questo, spiega sul sito web della sua coalizione “Ho rinunciato più volte alle lusinghe di chi mi offriva una carriera di prestigio altrove: mi avrebbero portato lontano da qui, dal nostro lago, dai nostri monti”.
Aver scelto di non lasciare Como tuttavia “non mi ha impedito di allargare gli orizzonti. Ho collaborato con la Regione con incarichi organizzativi, contemporaneamente partecipando a Roma alla Commissione Grandi Rischi presso il Dipartimento della Protezione Civile, presso il Ministero della Sanità, presso il gruppo tecnico della Conferenza Stato-Regioni”. In seguito “ho maturato esperienze internazionali operando per conto di una Agenzia delle Nazioni Unite, peraltro in collaborazione con l’Associazione Comasca per la Cooperazione Internazionale, a Cuba, in Sri Lanka dopo lo tzunami, a Santo Domingo-Haiti dopo il terremoto. Questo territorio mi ha offerto molto offrendomi di partecipare a realtà di grande profilo: il Rotary, Como Cuore, la Fondazione Casartelli. Il Centro Volta, ora anch’esso Fondazione, ha sostenuto la scuola di Emergenza e medicina Critica e dei Disastri insediata insieme ad autorevoli esponenti della cultura non solo locale. Ho potuto insegnare in Università e relazionarmi con le più diverse espressioni, non solo di estrazione sanitaria, a livello nazionale ed internazionale. Insomma, la vita mi ha offerto molto e, soprattutto non mi ha mai chiesto di rinunciare ai miei valori tra cui questa città e i suoi cittadini”.
Perché la candidatura a sindaco
La scelta di scendere in politica l’ha spiegata lui stesso poco più di sei mesi fa: “Per tutta la vita il mio compito quotidiano è stato quello di cogliere il bisogno delle persone e fare il possibile per rispondere. L’esperienza mi ha condotto a una prospettiva sobria e concreta sull’esistenza e intuire il limite di irrisolvibilità dei problemi. A tutto il resto c’è rimedio”.