Sarebbe stato l'arresto illegittimo a causare la morte di Giuseppe Uva. Lo sostiene il pg di Milano Massimo Gaballo che ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza con cui la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha assolto sei poliziotti e due carabinieri per la morte di Giuseppe Uva, deceduto il 14 giugno del 2008 all'ospedale di Varese dopo essere stato portato in caserma per accertamenti. Il magistrato contesta la legittimità del fermo, motivato dalle forze dell'ordine col disturbo della quiete pubblica da parte di Uva e Bigioggero. "Se gli imputati - argomenta il pg - non avessero operato al di fuori dei propri poteri il signor Uva sarebbe tornato a casa e, non subendo alcun trattenimento contro la sua volontà, ammanettato e consapevole dell'ingiustizia che stava subendo, non si sarebbe agitato e non sarebbe stato condotto in ospedale - e in preda a una fatale tempesta emotiva - non gli sarebbero stati somministrati i farmaci e con ogni probabilità sarebbe ancora vivo". Col ricorso, il pg, che aveva chiesto condanna fino a 13 anni di carcere per omicidio preterintenzionale, chiede di riascoltare 4 testimoni tra i quali Alberto Bigioggero, l'amico di Uva presente la sera del fermo e condannato a 14 anni nei mesi scorsi per l'omicidio del padre.