Aggiornato alle ore 16,48 dell'11 luglio 2019.
Il sequestro dei profili Facebook e Twitter riconducibili al leader della Lega, Matteo Salvini, e di altri social "propalanti messaggi d'odio". È quanto chiederà l'avvocato Alessandro Gamberini, difensore della comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, nella denuncia che verrà presentata domani alla procura di Roma. Denuncia per diffamazione e istigazione a delinquere contro il ministro dell'Interno.
La Rackete chiede questo sequestro perché "le pagine Facebook e Twitter, che hanno pubblicato e condiviso i post e le riprese video" dal contenuto ritenuto lesivi della propria reputazione, "possono contare su numerosissimi utenti". Le "molteplici esternazioni" del ministro degli Interni pro tempore, "lungi dall'essere manifestazioni di un legittimo diritto di critica sono state aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti, coinvolgenti anche il gip di Agrigento Alessandra Vella". È questo un passo della denuncia-querela che sarà presentata nelle prossime ore alla procura di Roma dall'avvocato Alessandro Gamberini, difensore della donna.
"Molti di questi utenti - si legge ancora - si sono profusi a loro volta in commenti offensivi e implicitamente minacciosi nei miei confronti, che riproducono pedissequamente il suo lessico offensivo: vengo così apostrofata come 'ricca comunista tedesca delinquente' e 'mercenaria', 'la delinquente rimane libera', 'la delinquente è stata rilasciata', 'fuorilegge'". Quanto al reato di istigazione a delinquere, la comandante della nave punta il dito contro la sua foto 'da ricercata'. "Una fotografia pubblicata da Matteo Salvini - scrive - lo ritrae insieme a un gruppo di donne che svolgono le funzioni di agenti di polizia in divisa; sotto la stessa compare la mia fotografia con la scritta 'una criminale'.
Un'immagine che assume - secondo Rackete - la connotazione di una segnalazione pubblica e rimanda ai manifesti dei ricercati (Wanted) e mi indica come bersaglio di condotte minacciose, ingiuriose e diffamatorie, quando non violente. Si tratta di un'istigazione pubblica a delinquere'. "Nelle parole di Salvini - fa sapere Carola Rackete - risultano veicolati sentimenti viscerali di odio, denigrazione, delegittimazione e persino di vera e propria de-umanizzazione. Le frasi diffamatorie di Salvini, in questo senso, sono strumento di un messaggio di odio concretamente idoneo a provocare da un lato la commissione di nuovi delitti di diffamazione ai miei danni e dall'altro di espormi tal pericolo di aggressioni all'incolumità fisica".
"Inaccettabile attacco alla libertà di espressione da parte delle solite truppe immigrazioniste", afferma d'altro canto la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Secondo questa gente - spiega - chiunque si schieri contro l'immigrazione di massa dovrebbe essere censurato e messo nelle condizioni di non esprimere il suo pensiero. Episodio gravissimo che dimostra l'arroganza di chi è convinto di poter dettare legge a casa nostra. Piena solidarietà e sostegno al nostro Ministro dell'Interno. Mi auguro che le istituzioni e tutte le forze politiche avranno la decenza di prendere le distanze da questo ennesimo attacco alla nostra democrazia".