Il decreto di fermo di Gabriel Christian Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee getta un po' di luce sull'omicidio di Mario Cerciello Rega, il carabiniere accoltellato nella notte tra giovedì 25 e venerdì 26 luglio. Giusto un po', però, perché sul delitto, nonostante la confessione di Elder Lee, che ha ammesso di aver colpito a morte il vicebrigadiere, restano tante ombre che solo il proseguire dell'inchiesta potrà dissipare.
Innanzitutto su chi sono i protagonisti: da una parte i due giovani americani, entrambi 19enni, entrambi nati a San Francisco a pochi mesi l'uno dall'altro: il 31 gennaio del 2000 Lee e il 3 ottobre Natale-Hjorth. Su quest'ultimo il doppio cognome rivela qualcosa in più: è l'unico che parla e capisce l'italiano ed è lui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, che gestisce gli eventi fino al loro precipitare sul marciapiede davanti all'hotel di lusso dove alloggiano per la loro vacanza romana.
Poi c'è un italiano che è il vero perno in cui ruota tutta la vicenda: si chiama Sergio B. e il suo ruolo non è spiegato nel provvedimento di fermo anche se è dalla sua denuncia che si muove l'intreccio che porterà al dramma. E ci sono anche il portiere e un facchino del Meridien Visconti la cui testimonianza sarà fondamentale per risalire a Lee e Natale-Hjorth,
E infine ci sono Cerciello e Andrea Varriale, i due carabinieri.
Ma cosa è successo quella notte? Il decreto di fermo fa una ricostruzione solo parziale, a partire da quando i due giovani americani rubano lo zainetto di Sergio B. Ma mettendo insieme le indiscrezioni circolate nel giorno del delitto e quanto appurato dalle prime indagini, è possibile tracciare una sequenza di eventi.
La notte che si rivelerà fatale per Cerciello e che segnerà per sempre la vita dei due ragazzi comincia a Piazza Mastai, nel cuore di Trastevere. Ci dev'essere una specie di passaparola tra i giovani americani, che si ritrovano tra le viuzze del popolare quartiere della Capitale a caccia di alcol nella miriade di bar che lo costellano o di droga, cercando di individuare o di essere individuati da qualche pusher.
Trastevere non è nuova a drammi che coinvolgono giovani americani. Il 30 giugno del 2016, Beau Solomon, anche lui 19enne, studente della John Cabot University finisce nel Tevere al culmine di una lite con un clochard poche ore dopo il suo arrivo a Roma. Annega, ma per la sua morte nessun colpevole: secondo il tribunale di Roma non ci sono prove che a spingerlo nel fiume sia stato il senzatetto.
E proprio sugli studenti dell'università americana si concentrano le prime dicerie, nettamente smentite dal rettore. In effetti Lee e Natale-Hjorth non hanno nulla a che fare con la John Cabot: sono a Roma in vacanza, ed è nella loro caccia a un po' di cocaina che incrociano la strada di Sergio B.. A lui, raccontano, chiedono un grammo di droga, ma quello che ottengono è un po' di aspirina tritata. Se ne accorgono quasi subito e tornano sui propri passi. Le telecamere della zona li mostrano mentre discutono con Sergio B. e con lu si infilano in un vicolo dal quale escono correndo, tenendo stretto lo zaino che gli hanno sottratto.
Nello zaino c'è il telefono di Sergio B., che chiama il proprio numero sperando che qualcuno risponda. E qualcuno risponde: è Christian Natale-Hjorth, che parla un po' di italiano e si incarica di gestire la trattativa. I due giovani chiedono a "la restituzione della somma perduta e un grammo di cocaina". Fissano un appuntamento in Prati, a due passi dall'albergo in cui alloggiano.
I punti oscuri
- In che modo e perché un pusher decide di allertare proprio i due carabinieri Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale nella speranza di vedersi restituito lo zainetto che gli è stato portato via?
- Chi ha organizzato l'appuntamento trappola in zona Prati con i due ragazzi americani?
- I superiori dei due militari erano a conoscenza dell'operazione?
- Nei pressi dell'appuntamento concordato per la restituzione del bottino c'erano altre pattuglie dei carabinieri che sarebbero dovute intervenire in appoggio?
- Cerciello Rega e Varriale erano armati? E, se sì, perché non hanno neppure estratto la pistola, come afferma la procura, e hanno ingaggiato, invece, la colluttazione?
Cosa contenga quello zaino, il decreto non lo dice, ma è qualcosa di importante per Sergio B, tanto da spingerlo a chiedere l'intervento dei carabinieri. A loro racconta di quei ragazzi che lo hanno derubato, della telefonata e dell'appuntamento Sembra un 'cavallo di ritorno', una di quelle piccole estorsioni organizzate per restituire a una vittima un oggetto rubato.
Varriale e Cerciello non sanno chi si troveranno di fronte, o forse sì perché Sergio B ha descritto Lee e Natale Hjorth. Fatto sta che i due carabinieri di presentano in borghese all'appuntamento che i due ragazzi sono convinti di avere con Sergio B. E quando si qualificano come carabinieri Lee estrae un coltello e colpisce Cerciello, mentre Natale-Hjorth si lancia su Varriale.
Agli inquirenti Lee racconterà di non aver capito di avere a che fare con un militare e Natale-Hjorth di non essersi accorto che l'amico si stava presentando all'appuntamento con un coltello "che per dimensioni e tipo è certamente strumento idoneo a cagionare grave offesa". Fatto sta che il giovane californiano sferra non una, ma otto coltellate a quello che crede essere qualcuno che, dopo Sergio B, vuole fregarlo di nuovo.
E quando Cerciello si accascia in una pozza di sangue, mentre Varriale cerca di soccorrerlo, non sono capaci di fare altro che darsi alla fuga verso la propria camera d'hotel, dove il portiere di notte e il fattorino li vedono correre a perdifiato. E dove l'indomani mattina, poco dopo le 10, i carabinieri lo sorprendono sprofondati nel sonno. Come se nulla fosse successo.