"Ci dissociamo certamente dalla inopportuna e sconcertante richiesta, avanzata da alcuni deputati regionali, di portare in commissione Antimafia il caso Borrometi e addirittura chiedere verifiche sulla tutela per il giornalista". Lo dicono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle.
"L'attività di Borrometi, al quale va ogni nostra solidarietà, è indiscutibile - aggiungono in particolare i componenti M5s della commissione Antimafia, Antonio De Luca e Roberta Schillaci - e siamo fermamente convinti che chi si distingue nella lotta alla mafia non vada mai lasciato solo. Invece sono troppe le storie di chi viene infangato o isolato e non vorremmo si iniziasse così un'azione per seminare dubbi e delegittimare l'opera di Borrometi. Resta infine inaccettabile la leggerezza di quei deputati che prima hanno firmato e poi hanno disconosciuto l'iniziativa, come a voler nascondere la mano".
L'esposto in questione
Un esposto con primo firmatario Giuseppe Gennuso, deputato regionale siciliano arrestato due volte negli ultimi due anni, è stato presentato in commissione Antimafia regionale, per chiedere di avviare un'indagine nei confronti del vicedirettore dell'Agi, Paolo Borrometi, per comprendere le ragioni che avevano portato le autorità ad assegnargli una scorta. Borrometi aveva condotto, prima degli arresti, alcune inchieste giornalistiche sul deputato Gennuso.
L'esposto, oltre a Gennuso, portava la firma di altri sette deputati: Luigi Genovese, Giuseppe Zitelli, Gaetano Galvagno, Riccardo Gallo, Tony Rizzotto, Riccardo Savona, Michele Mancuso. L'onorevole Zitelli è stato il primo a ritirare la firma, sostenendo che si trattasse di un errore: "Pensavo fosse un emendamento presentato da Gennuso non un esposto contro Borrometi".
Ieri era arrivato anche il comunicato stampa di tre di questi deputati, Riccardo Gallo, Michele Mancuso e Riccardo Savona che "non confermano, e pertanto ritirano, la sottoscrizione del documento". I tre spiegano in una nota di "avere apposto la firma per errore, tra tanti altri documenti e mozioni che ritualmente si firmano nel corso dell'attività parlamentare. A seguito di successiva attenta lettura del documento", aggiunge la nota, "non condividono affatto contenuti e finalità".
La commissione Antimafia regionale presieduta da Claudio Fava non ha aperto nessuna indagine su Borrometi, ricevendo invece la revoca delle firme degli altri deputati.