Uno shock emorragico traumatico da lesione a scoppio del fegato, riferibile a un'azione compressiva di notevole forza, data da schiacciamento o calpestamento. È il raggelante referto dell'autopsia eseguita ieri sul corpo del piccolo Leonardo, il bambino di 2 anni morto giovedì a Novara. Un referto che ha portato al fermo, dispoto dalla Procura, della mamma del piccolo e del suo compagno, rispettivamente 22 e 23 anni. In un primo momento avevano raccontato agli inquirenti che il bimbo era caduto dal lettino, ora sono accusati i omicidio volontario pluriaggravato.
"Le foto del piccolo sono impressionanti - ha riferito il procuratore capo di Novara Marilinda Mineccia, nel corso di una conferenza stampa in cui ha ricostruito la tragedia avvenuta nel quartiere di S.Agabio, alla periferia est della città piemontese - mostrano lesioni ed ematomi sul capo, occhi, torace e genitali. C'e' anche una frattura del bacino, il tutto compatibile con colpi inferti a mani nude o a calci. Il piccolo, inoltre, potrebbe essere stato sbattuto contro superfici solide".
Il compagno della donna è stato trasferito in carcere mentre la mamma di Leonardo, cheè' incinta di 5 mesi, si trova adesso in una struttura protetta. Entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Lunedì mattina, dinanzi al gip, è prevista l'udienza di convalida del fermo. Gaia Russo aveva studiato al Liceo delle Scienze Umane di Novara e per un certo periodo di tempo aveva aiutato la famiglia nella gestione di una attività commerciale. Dell'uomo si sa che fino a gennaio risiedeva a Biella ed era già noto alle forze dell'ordine per una serie di vicende di lesioni, maltrattamenti e violenza sessuale. Da quanto si apprende il giorno dell'omicidio avrebbe assunto cocaina.