Aggiornato alle ore 14,50 del 2 agosto 2019.
I genitori, non riuscendo più a controllarne le reazioni sempre più violente, alla fine hanno chiesto aiuto ai medici. E una volta arrivata in pronto soccorso in un ospedale della Brianza la realtà è divenuta tragica, con la conferma che la bambina di appena 10 anni era consumatrice abituale di droga. Il caso, sollevato da "Qn", è stato confermato in tutta la sua drammaticità dagli psichiatri che hanno preso in cura la bambina di Monza che frequenta la quinta elementare.
La storia è emersa dopo il ricovero al pronto soccorso in cui la piccola era arrivata accompagnata da papà e mamma per una grave crisi nervosa. Secondo quanto potuto accertare dagli assistenti sociali che hanno avvicinato la famiglia, italiana e senza mai aver avuto problemi con droga, la bambina non avrebbe mai subito traumi. Eppure qualcosa che non andava nella bambina c'era, tanto che all'ennesima crisi i genitori hanno chiesto aiuto. E le analisi cliniche non hanno lasciato dubbi.
La piccola avrebbe cominciato fumando spinelli per poi passare all'uso sporadico di cocaina che ha lasciato traccia. È stata la stessa bambina che ha spiegato ai medici che l'uso di sostanze lo aveva iniziato per colmare la solitudine imposta dalle assenze dei genitori spesso via per lavoro. Così i soldi della paghetta li ha messi in mano a uno spacciatore senza scrupoli che giorno dopo giorno l'ha circuita e iniziata alla droga. Adesso la bimba è stata trasferita in una comunità e sarà presa in cura. Tutto mentre le autorità stanno cercando di dare un volto allo spacciatore che ha avvelenato l'infanzia della bambina.
"La dolorosa e allucinante vicenda della ragazzina di Monza cocainomane a 10 anni non è purtroppo un caso isolato", commenta il questore di Macerata, Antonio Pignataro, particolarmente impegnato nel contrasto allo spaccio di droga. "Esiste - aggiunge - una crescita esponenziale, specie negli ultimi due anni, da quando sono stati aperti i negozi di cannabis light, che ha coinvolto bambini in tenera età e originato adolescenti spacciatori, per la facilità con cui reperivano in questi negozi la cannabis light. Come dichiara il medico dell'ospedale di Monza, è ormai necessaria l'apertura di reparti che siano in grado di affrontare queste patologie che colpiscono bambini che fanno uso di droghe".
La vicenda, rileva Pignataro, "è simile a quella di tante altre famiglie che, nel dolore e nella disperazione, nascondono questo dramma che vivono ogni giorno nel segreto e nella frustrazione, sapendo qual è il triste destino cui vanno incontro i propri figli". Il questore ricorda "quello che ripetono giorno dopo giorni i ragazzi di San Patrignano della comunità Incontro e di tutte le altre comunità, che la marijuana è l'anticamera dell'inferno, l'anticamera dell'eroina, l'anticamera della cocaina. Lo stesso capo della Polizia Franco Gabrielli, già molto tempo prima della mia battaglia contro la cannabis legale, aveva con forza dichiarato espressamente alla stampa, che non esiste differenza tra droghe leggere e droghe pesanti e, quindi, non esiste la marijuana light".