Mentre gli occhi di tutti erano fissi sulla Sea Watch, ferma a poche miglia da Lampedusa, decine e decine di migranti arrivavano sulle coste italiane grazie agli 'sbarchi fantasma'. A lanciare il monito è il Procuratore della Repubblica del tribunale di Agrigento, Luigi Patronaggio, che ha parlato davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera. Negli stessi giorni del braccio di ferro tra l'Ong e l'Italia, "in silenzio oltre 200 migranti sono sbarcati con vari mezzi, salvataggi di Guardia di finanza e Guardia costiera o barchini".
Numeri che hanno una certa rilevanza. "Il pericolo maggiore arriva dagli sbarchi fantasma, perché con questi arrivano delle persone con problemi giudiziari e anche persone che potrebbero avere legami con organizzazioni terroristiche come l'Isis". Il calo degli sbarchi però è evidente anche da altri comunicati da Patronaggio in Commissione: "Dagli 11.159 migranti sbarcati nel 2017, si è passati a 1.084 migranti sbarcati nel primo semestre del 2019".
Patronaggio ha voluto ricordare che "finora non è stata rilevata la prova di una collusione tra i trafficanti di esseri umani e le Ong" ma allo stesso tempo ha invitato a non abbassare la guardia visto che "non si possano registrare chiamate di questo tipo". Il magistrato si riferisce al fatto che i migranti vengono spesso salvati con una telefonata da parte del parente che sta sul barcone, ma che quel contatto non è penalmente rilevante. "Lo sarebbe una telefonata del tipo: stiamo partendo, venite a prenderci".
Il procuratire ha ribadito che "i porti libici non sono da considerare porti sicuri" specificando che, quando si parla di porti sicuri, "non si intende solo un porto dove il naufrago può mettere piede sulla terraferma, ma un porto dove il migrante possa avere tutti i diritti garantiti". Nel caso specifico, inoltre, ha ricordato come la Guardia costiera del paese africano non sarebbe proprio attenta nel presidiare la sua zona SAR (Search and Rescue): "Il mio ufficio su questo sta svolgendo indagini".