Si riaccende il conflitto salute-lavoro a Taranto. Da un lato c’è la cassa integrazione per 13 settimane che dall’1 luglio incombe per 1400 lavoratori del siderurgico di Taranto (ArcelorMittal l’ha chiesta per crisi di mercato) e dall’altro ci sono i nuovi dati ambientali sulle collinette ecologiche dei rione Tamburi che evidenziano il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione per una serie di inquinanti a partire dalla diossina.
E così nel quartiere vicino alla fabbrica riparte la protesta, con un gruppo di genitori i cui figli frequentano la scuola Deledda (una delle due vicine alle collinette chiusa dal sindaco Rinaldo Melucci) che hanno occupato l’edificio. Da fonti Arpa Puglia si apprende intanto che aver effettuato le analisi sul top soil, ovvero il terreno superficiale delle collinette ecologiche che dividono le case dei Tamburi dallo stabilimento ex Ilva, ora ArcelorMittal, adesso scatteranno ulteriori analisi. Riguarderanno la struttura delle collinette e la falda. Si agirà con i carotaggi e sarà un intervento che effettuerà l’amministrazione straordinaria di Ilva che nei mesi scorsi si è ripresa la competenza sulle collinette, inizialmente comprese nel perimetro ceduto ad ArcelorMittal.
Secondo le fonti Arpa, il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione per diversi inquinanti, è certo importante ma, sostanzialmente, non costituisce una novità. Nel senso, aggiungono le fonti di Arpa Puglia, che questi risultati erano attesi. Adesso, affermano le fonti, ci sono altri due step da affrontare: uno è il completamento degli esami avviati - è stato campionato anche l’amianto - e ulteriori dati arriveranno nei prossimi giorni. L’altro, invece, è relativo aI carotaggi per capire quanto, e con quale profondità, ha inciso l’inquinamento dell’acciaieria.
Gli elevati valori di diossina trovati, si spiega, sono molto probabilmente dovuti al fatto che c’è stata una ricaduta di diossina prolungata per molti anni. Le collinette, infatti, sono state costruite negli anni ‘70 con lo scopo di creare una barriera ecologica e verde tra fabbrica e città e proteggere così le case del quartiere Tamburi da polveri ed emissioni. Le indagini effettuate da Arpa Puglia e Carabinieri del Noe nel 2018 hanno invece scoperto la presenza di una serie di inquinanti che hanno portato prima la Procura a sequestrare le collinette (a febbraio), e poi a marzo il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, a disporre la chiusura delle che scuole vicine, Deledda e De Carolis, con relativo trasferimento degli alunni, circa 700, in altre strutture dell stesso quartiere. La chiusura, dopo i primi 30 giorni, è stata prorogata sino alla fine di quest’anno scolastico.
Per quanto attiene i carotaggi, Ilva in as ha presentato un piano di azione che l’Arpa ha esaminato ed emendato, indicando ulteriori interventi per renderlo più efficace. Ilva in as, da quello che si apprende, avrebbe accettato le integrazioni. Dovrà però essere la Procura, essendoci un sequestro, a validare definitivamente il piano dei commissari dell’Ilva dando il via libera. In questo modo, spiegano le fonti vicine ad Arpa Puglia, si farà un approfondimento più specifico e si capirà se le collinette sono costituite solo da loppa, proveniente dalle lavorazioni dell’acciaieria, oppure da rifiuti industriali eterogenei e quindi anche da sostanze inquinanti.
Con tale quadro conoscitivo, si spiega ancora, si potrà passare al piano di messa in sicurezza delle collinette e alla relativa azione di bonifica. Per ora si è fatto solo l’esame del top soil perché questo è stato chiesto ai tecnici dalla Prefettura nel vertice che si tenne ai primi di marzo, presenti anche Ispra ed Asl Taranto. E ora che i dati sono pronti, sono stati trasmessi alla stessa Prefettura oltreché a Ispra, Comune di Taranto e ministero dell’Ambiente.
Il sindaco di Taranto ha intanto chiesto alla Prefettura di riconvocare il tavolo che si tenne a marzo per un punto aggiornato della situazione mentre tre consiglieri comunali di opposizione (Battista, Corvace e Fornaro), presentando il documento Arpa con i dati che segnalano il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione, hanno chiesto al sindaco di tenere fede agli impegni assunti settimane fa. Cioè Melucci disse, hanno rammentato i consiglieri, che avrebbe firmato provvedimenti stringenti nei confronti dell’ex Ilva, ora ArcelorMittal, se il riscontro delle nuove analisi avesse rivelato un peggioramento della situazione.
E per i genitori i cui figli frequentano le due scuole, “la nostra permanenza sarà ad oltranza fino a quando chi di competenza non verrà a portare risposte concrete, certe e verificabili rispetto all’inizio del nuovo anno scolastico che ad ora è completamente incerto. Ribadiamo assolutamente - sostengono i genitori - che non vogliamo spostare i nostri figli e le nostre figlie presso istituti che si trovano al di fuori dei Tamburi perché pretendiamo di vivere e restare liberamente nel nostro quartiere. Il tempo è scaduto”.
E se per le collinette ci sono problemi, va meglio invece per il monitoraggio dell’aria indoor e outdoor effettuato dall’Arpa in tre scuole sempre del rione Tamburi: Deledda e De Carolis e Galilei (plesso Gabelli). Messi sotto osservazione il particolato aerodisperso del PM10 e i metalli presenti nello stesso PM10. Durante l’intera campagna, fa sapere l’Arpa, in tutte le postazioni di campionamento presso le scuole non sono stati registrati valori giornalieri di concentrazione dei metalli arsenico e cadmio superiori ai valori obiettivo. Sul particolato, invece, l’Arpa dice che non si registrato nessun superamento del limite giornaliero per il PM10 nel corso degli eventi di Wind Day (sono i giorni in cui scattano particolari precauzioni perché il vento solleva le polveri siderurgiche). Ma i dati non negativi sulla qualità dell’aria non sembrano però rassicurare la città a fronte di quanto di negativo emerso invece sulle collinette.