L’ambiente prima di tutto, gli ecomafiosi si combattono con leggi forti. Ecco il “mantra” del ministro Sergio Costa che si è insediato da pochi giorni alla guida del dicastero. Un ministro, già generale dei Carabinieri forestali, che ci tiene a sottolineare, in un’intervista all’Agi, di non “aver mai piegato la schiena”.
In prima linea sulla Terra dei Fuochi - fu proprio lui a sollevare il “velo” con alcune inchieste - intende subito lasciare il segno con un intervento normativo nel settore. Auspica l’applicazione dell’economia circolare, utilizzando la leva fiscale, per incidere anche in modo drastico sul problema della produzione dei rifiuti e, pensando al caso Ilva, assicura il massimo impegno da parte del Ministero per la tutela della salute dei cittadini di Taranto.
Generale Costa, la nomina a ministro dell’Ambiente, vista la sua competenza, può essere un segnale forte verso gli “interessi” contro i quali ha operato nel suo precedente lavoro. C’è grande attesa, ci sono grandi sfide. Che ministro dell’Ambiente sarà?
“Un ministro che vuole mettere l'ambiente prima di tutto, che vuole traghettare l'Italia verso l'economia circolare, davvero, concretamente, con provvedimenti che siano di stimolo verso questa direzione, come ad esempio la leva fiscale. Non solo: sono un ministro che viene dal territorio, che è entrato nelle discariche abusive, che ha conosciuto il pianto delle vittime dell'inquinamento e che conosce gli affari degli ecomafiosi. Quindi un ministro che non ha mai voluto piegare la schiena e che mette i bisogni dei cittadini e la tutela del territorio, dei parchi, delle aree marine, dell'immenso patrimonio naturalistico italiano al primo posto”.
Parliamo di ecomafia. Legambiente, per prima, usò questo termine per portare alla luce il fenomeno. Lei ha guidato e collaborato a indagini sulla Terra dei Fuochi attraverso tecniche e strategie mai usate prima. Quale è il modo migliore per combattere la criminalità organizzata che fa affari d’oro in questo settore?
“In Terra dei Fuochi abbiamo fatto e stiamo facendo, prima come Corpo forestale dello Stato e poi come Carabinieri forestali, un enorme e significativo lavoro che ha gettato luce su uno spaccato dell'Italia che dobbiamo presto consegnare alla storia, perché adesso vanno fatte la messa in sicurezza e le bonifiche. Gli ecomafiosi si combattono con leggi forti e pregnanti come quella sugli ecoreati per la quale il contributo del Movimento 5 stelle è stato fondamentale. Sulla Terra dei Fuochi stiamo pensando a un intervento normativo per poter affrontare subito questo tema. Non è importante la forma, ma il contenuto, e ci stiamo lavorando. Ma, oltre alle leggi, è fondamentale incontrarsi e dialogare continuamente con il territorio. I comitati, i gruppi spontanei, le associazioni ambientaliste sono una risorsa fondamentale a cui fare riferimento. Loro sono le vere sentinelle dell'ambiente. Devono sapere che non è più il momento della paura, perché noi saremo sempre al loro fianco. I cittadini non sono più soli. Noi siamo con loro e li sosteniamo”.
A quali strategie pensa per ridurre il problema della produzione dei rifiuti? Che idea si è fatto del problema di Roma?
“Applicheremo la regola delle tre R (ridurre, riusare, riciclare, ndr) cara all'economia circolare. Faremo innanzitutto uso della leva fiscale affinché sia meno conveniente produrre e consumare prodotti a grande impatto ambientale. Il rispetto dell'ambiente e i comportamenti virtuosi non possono essere appannaggio esclusivo di chi ha una sensibilità ambientale ma di tutti gli italiani. Il problema di Roma è figlio di decenni di precedenti amministrazioni e ha bisogno che venga chiuso il cerchio dell'economia virtuosa nella gestione dei rifiuti. Ma non riguarda solo Roma. Non c'è una specificità Roma, c'è una problematica che investe molte grandi città e tante altre zone. Lavoreremo di concerto per individuare i bisogni e dare gli indirizzi giusti affinché si realizzi quanto sui rifiuti è scritto nel contratto, che si ispira anche al modello Treviso”.
Siamo in estate e, purtroppo, fra poco potrebbe riproporsi il problema degli incendi boschivi. Pensa che i provvedimenti in materia di prevenzione e repressione siano adeguati per combattere il fenomeno?
“È evidente che c'è un problema che si è mostrato proprio l'anno scorso con il terribile disastro del Vesuvio. I presidi dei Carabinieri forestali sono sempre pronti e disponibili a intervenire con generosità e competenza. I volontari, ai quali va il mio pieno e incondizionato ringraziamento, ci sono sempre e lavorano senza risparmiarsi. Credo sia necessario un coordinamento di intervento tra tutte le forze in campo, vigili del fuoco, regione, città metropolitana e comuni”.
E per l’inquinamento del mare soffocato dalle plastiche?
“Il littering in mare è un problema enorme che riguarda ogni singolo paese ma che è anche globale. Non possiamo più permettercelo. Come dicevo lavoreremo su provvedimenti che mirano alla riduzione della produzione dei rifiuti con particolare attenzione alla plastica e quindi agli imballaggi. Sappiamo che esistono molte iniziative dal basso che puntano alla pulizia dei fondali, delle spiagge, come le giornate di volontariato. Ecco, è tutto importante: ogni piccola azione dei cittadini e delle associazioni con le quali vogliamo costantemente dialogare. Ho detto ai cittadini: quando andate al mare o in montagna, raccogliete la plastica abbandonata che trovate. Se lo facessimo tutti con un pezzettino di plastica ognuno, avremmo 60 milioni di pezzi di plastica in meno dispersi nell'ambiente”.
E il caso Ilva?
“Al ministero compete la valutazione della questione ambientale e ci lavoreremo. È il nostro impegno per Taranto e i suoi cittadini che hanno il diritto di vivere in una città salubre”.