Forestare il pianeta creando una Grande muraglia verde di alberi che attraversa 90 città dall’Africa all’Asia centrale. E replicare, poi, lo stesso progetto anche in Europa. Questo l’ambizioso progetto che l’architetto ed esperto di forestazione urbana Stefano Boeri vuole realizzare insieme alla Fao. Il nome è "Great Green Wall of Cities" e oltre al gruppo di ricerca che fa capo a Boeri, e alla FAO, il piano di forestazione coinvolge anche Royal Botanic Gardens Kew, Arbor Day Foundation, C40, UN-Habitat, Cities4Forests, SISEF (Società Italiana di Silvicoltura e Ecologia Forestale), e l’ Urban Forest Research Center in Cina.
Il concetto di base è semplice: estendere a tutte le città del pianeta la visione del “Great Green Wall”, il grande progetto coordinato dall’Unione Africana che sta realizzando un sistema forestale e agricolo lungo 8.000 km e largo 15 km che dal Senegal all’Etiopia mira a bloccare la desertificazione e a ricreare nell’area subsahariana ambienti favorevoli alla coltivazione e alla vita delle popolazioni insediate. E siccome lo scopo di Boeri e soci è quello di forestare le città, si chiamerà “Grande Muraglia Verde delle Città”.
Nello specifico, il progetto, presentato durante il Summit sul Clima promosso dalle Nazioni Unite, si propone di realizzare nei pressi di 90 città dall’Africa alla Asia Centrale 500.000 ettari di nuove foreste urbane e 300.000 ettari di foreste naturali da mantenere e ripristinare entro il 2030. Ma non solo: l’aspirazione è di estendere anche in altri continenti, in particolare in quello europeo, la capacità delle grandi città di creare nei prossimi anni ampie zone forestate attorno e all’interno del loro tessuto urbano.
E sulla carta il progetto c’è già: “Il corridoio verde europeo - spiega Boeri all’Agi - parte dal Portogallo e dalla Spagna, prosegue lungo tutta la costa sudeuropea e poi arriva in Italia. Da qui passa per Torino, Genova, Milano poi scende lungo l’Appennino e si sposta verso l’Albania e la Grecia. In Italia copre quindi tutte le aree metropolitane del nord ovest, il tronco centrale e poi devia verso Bari. Da questo primo corridoio - non è detto che in futuro non se ne realizzino altri - restano fuori solo la Calabria, la Sicilia e il Triveneto. Questo è uno dei tanti corridoi verdi, ma è quello su cui si sta lavorando di più”. A questo progetto, in Italia, si unisce anche quello di “Parco Italia” che estende la forestazione a 14 città italiane collegate tra loro da corridoi verdi e che porterebbe alla messa a dimora, in pochi anni di 22 milioni di nuovi alberi.
"Una nuova alleanza tra foreste e città"
Ma c’è davvero bisogno di una sciarpa verde? I cambiamenti climatici stanno aumentando l'esposizione delle città-regioni a siccità, ondate di calore, venti estremi, inondazioni e frane, colpendo centinaia di milioni di persone. Le soluzioni, come il “Great Green Wall of Cities”, basate sulle foreste (Forest-Based Solutions) contribuiscono a rafforzare la resilienza delle città e a sostenere lo sviluppo urbano sostenibile. Supportano l'adattamento ai cambiamenti climatici raffreddando l'ambiente, proteggendo i suoli, preservando i bacini idrografici e fornendo prodotti forestali agli abitanti delle città. Moltiplicando, grazie all’azione di milioni di cittadini, le aree forestate e collegandole tra loro attraverso grandi corridoi ecologici, le città - anche quelle europee ed italiane - diventerebbero i "nodi" di una vasta infrastruttura verde continentale, che integrerebbe le aree metropolitane nel più ampio mosaico delle aree protette del pianeta.
Se è vero infatti che le città del mondo producono circa il 70% della CO2 presente nell’atmosfera e che le foreste e i boschi ne assorbono il 40%, aumentare le superfici boschive attorno e all’interno delle città del mondo moltiplicherebbe la capacità di resilienza delle aree urbane e ridurrebbe drasticamente - grazie ai processi di fotosintesi delle piante - la produzione di CO2.
“Siamo entrati in una nuova fase della storia umana – commenta Boeri – nella quale vedremo finalmente una nuova alleanza tra le foreste e le città, cioè tra due ambienti che la nostra specie ha sempre tenuto separati in quanto espressione l’uno del massimo di artificio e l’altro del massimo di naturalità. Gli alberi e i boschi non saranno più solo una presenza decorativa o un ambiente da circoscrivere in aree protette, ma diventeranno parte integrante della sfera di vita di milioni di cittadini del mondo. Difendere le foreste, forestare le città e far crescere nuove Città-Foresta: sono queste le grandi sfide da affrontare subito, tutti insieme, se vogliamo arrestare il Cambiamento Climatico”.