Il tenero incontro tra una leonessa e un piccolo leopardo ha lasciato tutti a bocca aperta nel cratere di Ngorongoro in Tanzania. La foto, scattata da un turista, di Nosikitok (così di chiama la leonessa) che allatta il cucciolo, in poche ore ha fatto il giro del mondo. Non c’è da stupirsi, dal momento che è la prima volta che un felino ‘adotta’ un cucciolo di un’altra specie.
Da quel momento - si legge sul Guardian - la leonessa di 5 anni e il suo cucciolo ‘speciale’ sono dei sorvegliati speciali della riserva naturale. I ranger e i veterinari sono curiosi di vedere come andrà a finire la storia tra i due.
“E’ la prima volta che capita ed è un vero mistero”, racconta Luke Hunter, president and chief conservation officer. “Probabilmente la leonessa ha perso i suoi cuccioli e a sua volta anche il piccolo leopardo si è smarrito”, è l’ipotesi di Hunter per giustificare l’accaduto. “Credo - continua - sia l’incontro di due soggetti vulnerabili. Nosikitok ha infatti partorito dei cuccioli a giugno e quindi si trova in un momento dove il suo istinto materno è molto sviluppato. Il piccolo leopardo, a sua volta, dovrebbe avere all’incirca tre settimane, l’età è vicina a quella dei cuccioli di Nosikitok e fisicamente è molto simile”.“Ciò non toglie - conclude Luke Hunter - che si tratta di un caso unico nel suo genere”.
Il futuro incerto del piccolo leopardo
A distanza di qualche giorno Nosikitok continua a nutrire il piccolo leopardo. Ma “anche se la leonessa dovesse continuare ad accettarlo”, spiega ancora Hunter, “non è detto che lo facciano gli altri leoni. Questi animali hanno delle relazioni sociali molto complesse e sanno riconoscere perfettamente i loro cuccioli dagli altri. Il piccolo leopardo potrebbe anche rischiare di essere ucciso”. Se il cucciolo riuscirà a sopravvivere per 12-18 mesi e raggiungere quindi l’età adulta è probabile che senta il suo istinto di leopardo e abbandoni la famiglia in cui è stato accolto.
I ‘lion scout’ e la caccia ai leoni
Nosikitok è uno dei molti leoni che vivono nella riserva naturale e sono controllati dal gruppo KopeLion, che nel 2016 ha impedito la caccia di ben 26 esemplari del branco Masek, cui appartiene anche la mamma leonessa. La caccia, spesso fatta dagli abitanti della zona per prevenire gli attacchi al bestiame, rappresenta la più grande minaccia per i leoni che abitano al Ngorongoro. I ‘lion scout’, appartenenti alla comunità dei Maasai, lavorano sodo per prevenire i conflitti e avvisare gli abitanti locali quando un leone si sta avvicinando. Il gruppo KopeLion si occupa anche di curare le ferite dei felini quando vengono attaccati.