Affari d'oro per la 'ndrangheta sulla pelle dei migranti: il centro d'accoglienza più grande d'Europa era diventato il "bancomat" del clan Arena di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese. Un fiume di soldi, pari a 103 milioni di euro, destinati all'assistenza dei migranti ospiti del Cara della cittadina calabrese, alimentava le entrate della cosca grazie alla regia di un parroco, don Edoardo Scordio, un tempo icona antimafia, e del governatore della locale Misericordia, Leonardo Sacco. I due sono stati fermati insieme ad altre 66 persone, su ordine della Dda di Catanzaro.
L'operazione ha impegnato 500 uomini di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza e ha portato anche al sequestro preventivo di 84 milioni di euro. Nel dettaglio, gli inquirenti hanno sequestrato, per quanto riguarda il solo ramo dell'inchiesta relativo al Cara:
- 11 società attive nel settore agricolo, della ristorazione, del turismo, dell'edilizia, della prestazione di servizi
- 129 immobili (tra cui, 46 abitazioni, 1 residence, 4 ville, 9 garage, 6 depositi, 6 negozi e 38 ettari e mezzo di terreno)
- 81 autovetture, 27 ambulanze e 5 imbarcazioni
- 90 rapporti bancari e 3 polizze assicurative.
132 mila euro per l'assistenza spirituale
Pesanti le accuse formulate dai magistrati antimafia che delineano una gestione tanto allegra, quella del Cara di Isola, da consentire a don Scordio di intascare, nel solo 2007, 132.000 euro a titolo di rimborso per l'assistenza spirituale a beneficio degli ospiti della struttura. Gli Arena avevano monopolizzato la gestione dei servizi, compreso quello di ristorazione, prima grazie alle procedure d'emergenza imposte dal massiccio flusso di migranti, poi grazie alle gare vinte attraverso una società, la Miser srl, controllata dalla cosca e sequestrata stamane. Un dominio esercitato da almeno un decennio.
Come la cosca si appropriava dei fondi
I soldi destinati al mantenimento dei migranti finivano nella "bacinella" del clan Arena per le esigenze di mantenimento degli affiliati, anche detenuti, o erano reimpiegati per l'acquisto di beni immobili, partecipazioni societarie e altre forme di investimento in favore del sodalizio. Il flusso di denaro pubblico percepito dalle imprese riconducibili alla cosca nell'arco temporale 2006 - 2015 per la gestione del Cara di Isola di Capo Rizzuto sarebbe stato pari a 103 milioni di euro, dei quali almeno 36 utilizzati per finalità diverse da quelle previste, quelle cioè di assicurare il vitto ai migranti ospiti nel centro, e riversati invece nella disponibilità della cosca. Sia attraverso ripetuti prelievi in contante dal conto della "Misericordia" e delle società riconducibili agli indagati, sia attraverso l'erogazione di ingenti somme a fini di prestito, sia, ancora, attraverso pagamenti di inesistenti forniture, false fatturazioni, acquisto di beni immobili "per immotivate - scrivono gli inquirenti - finalità aziendali".
Gli introiti erano tali da indurre il clan in guerra a firmare una "pax" con gli avversari dopo anni di conflitto armato, con l'obiettivo di spartire il denaro, che lasciava al potente casato mafioso libertà d'azione anche sui settori più tradizionali d'interesse, come la gestione delle estorsioni su tutta la fascia ionica crotonese e catanzarese, ed in quello più innovativo delle scommesse on line. Tutto documentato nelle 1.600 pagine dell'ichiesta "Jonny".
Bufera su Alfano
"Dove ci sono potere o denaro c'è la 'ndrangheta che sfrutta anche i bisogni dei disperati" ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri.
La vicenda ha riacceso le polemiche sul "business" dei migranti. I Cinquestelle chiedono le dimissioni del ministro degli Esteri Angelino Alfano: da titolare degli Interni avrebbe sottovalutato i sospetti su Leonardo Sacco e lo avrebbe incontrato. Giorgia Meloni (Fdi) lo invita "a riferire" sulla vicenda. La Lega Nord, con Lorenzo Fontana, invoca un "radicale giro di vite" sull'arrivo dei profughi, mentre Lucio Malan (Fi) chiede che le somme destinate ai Cara siano impiegati per sostenere lo sviluppo del terzo mondo. Celeste Costantino (Si) chiede la chiusura dei Cara. Gennaro Migliore (Pd) risponde a Matteo Salvini che si dice pronto a "bloccare anche fisicamente gli sbarchi" e dice: "A Salvini, che anche oggi delira e invoca la pulizia etnica, dico che va fatta piazza pulita di chi specula sulle persone più deboli".