Accanto a un'Italia che non ha più spazio dove conferire i rifiuti, ce n’è un’altra – che si estende da Nord a Sud - che ricicla, smaltisce e sporca poco. In una sola parola: è “verde”. Di questa schiera di comuni virtuosi fanno parte il piccolo borgo di Casole Bruzio, in provincia di Cosenza; la città di Parma; i 30 comuni della Contarina, in Veneto. E poi ancora il comune campano di Cuccaro Veneto e la costa della Liguria. Alcuni di loro hanno scelto la raccolta differenziata, altri hanno puntato tutto sull’inceneritore, altri ancora, invece, si stanno sforzando, tra le altre cose, di produrre pochi rifiuti. Ecco cinque storie di successo.
La raccolta differenziata di Casole Bruzio
Casole Bruzio è stato fino al 5 maggio scorso un comune della provincia di Cosenza. Oggi è una frazione di Casali del Manco. Ma negli ultimi anni, Salvatore Iazzolino, il sindaco di questo centro di 2770 anime ha fatto di Casole Bruzio il più virtuoso esempio di smaltimento rifiuti della Calabria attraverso un rigido e controllato sistema di raccolta differenziata. In particolare, spiega Legambiente, "l’ex comune è arrivato a riciclare l’87% e si è classificato “paese rifiuti free”, grazie alle azioni di riduzione della frazione secca”.
Gli sconti in bolletta di Parma
Il suo inceneritore aveva alzato un vespaio di polemiche che avevano travolto il sindaco Federico Pizzarotti, ma oggi Parma è uno dei comuni più ricicloni d’Italia. Ma se il comune emiliano di 200mila abitanti è diventato una“città modello” lo deve soprattutto a due cose: la raccolta differenziata e gli sconti in bolletta. I cittadini più rispettosi dell’ambiente sono stati premiati con una riduzione del costo della bolletta. I risultati? La quasi totalità delle famiglie (98%) ha registrato un risparmio rispetto all’anno precedente. Oggi la raccolta differenziata di Parma “ha raggiunto il 72% - spiega Legambiente -ma ci sono ancora buoni margini di miglioramento dato che analisi effettuate sul rifiuto residuo hanno evidenziato la presenza di materiale recuperabile come plastiche (30%), organico (10%), carta e cartone (11%), legno (6%) e tessili (16%), che, se recuperate correttamente, non rappresentano più un costo per il sistema ma diventano risorse valorizzabili”.
Il Centro Riciclo della Contarina
Non è un caso se Treviso è in assoluto il capoluogo più riciclone d’Italia, secondo l’ultima classifica di Legambiente. Il suo segreto? Il Centro di Valorizzazione e Riciclo dei materiali di Contarina spa, esempio di economia circolare nella gestione dei rifiuti che incorpora 50 comuni del Trevigiano. Ma non è solo una questione di smaltimento: i cittadini dei paesi della Contarina si sono impegnati a produrre meno scarti. Come per Parma anche nel Trevigiano vale la regola “paga quanto produci”, con la commisurazione della tariffa rispetto all’effettiva produzione di rifiuti per ogni tipo di utenza. Oltre alla raccolta porta a porta, inoltre, a diposizione dei cittadini della Contarina c’è l’EcoBus: un servizio che funziona come un vero e proprio autobus che può raccogliere fino a 2 tipologie di rifiuti per volta, con fermate da 30 minuti a orari prestabiliti e studiato per garantire un servizio capillare.
Il compostaggio di comunità di Cuccaro Vetere
Da qualche anno il compostaggio di comunità è arrivato anche in Italia. Pioniere di questa tecnica di smaltimento rifiuti è stato Cuccaro Vetere, un piccolissimo comune di 580 abitanti in provincia di Salerno. Qui l’impianto è stato acquistato con un mutuo nel 2011 ed è costato, compresa la casetta in legno che lo ospita, 29.000 euro. I cittadini conferiscono direttamente l’organico due o tre volte alla settimana durante gli orari di apertura dell’impianto che per comodità si trova in centro, vicino alla scuola materna. L’impianto è presidiato da un addetto e alla fine del processo, i cittadini possono ritirare il compost prodotto, una sorta di fertilizzante.
Il “sorriso” della Liguria che ripulisce il mare
I Paesi costieri della Liguria dichiarano guerra ai rifiuti in mare. E lo fanno attraverso un’app. Tredicimila abitanti dei comuni di Pietra Ligure, Magliolo, Giustenice e Tovo San Giacomo nella zona del Torrente Maremola hanno aderito al progetto Smile (Strategies for MarIne Litter and Environmental prevention of sea pollution in coastal areas), finanziato dall’Unione Europea tramite il programma Life+ e che ha coinvolto anche ARPAL, Legambiente Liguria e OPLA (Osservatorio Ligure Pesca Ambiente). Attraverso “Trashpic”, la prima app di questo tipo realizzata in Europa, i cittadini inviano segnalazioni e fotografie alle amministrazioni o alle società incaricate, che, tramite la geolocalizzazione, provvedono in tempi brevissimi a liberare i canali, torrenti e spiagge.