Gli studenti di oggi saranno i politici e i manager dell'Italia di domani e se saranno bravi sarà solo grazie alla scuola che avrà saputo fornire loro due armi indispensabili: l'internazionalizzazione e le competenze acquisite con l'aternanza scuola lavoro. Ne è convinta la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, intervenuta a un evento organizzato dal Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma in occasione della firma di 4 protocolli di collaborazione tra l'istituto, il Politecnico di Milano, quello di Torino, il colosso cinese della telefonia Huawei e la compagnia aerea China Eastern. Progetti indirizzati agli studenti del Liceo Scientifico internazionale che hanno scelto la lingua cinese come materia curriculare.
L'alternanza scuola-lavoro pilastro della formazione
"Il Convitto - spiega la ministra - è una realtà virtuosa nel panorama scolastico italiano. Soprattutto dal punto di vista dell'internazionalizzazione". Si tratta di un percorso "di fondamentale importanza in linea col perseguimento non solo degli obiettivi di Europa 2020, ma anche dell'agenda 2030 dell'Onu del 2015, segno fondamentale di cambio necessario. Il convitto appare così come un esempio di integrazione delle politiche educative nazionali e internazionali", osserva la Fedeli. Per la Ministra, "le intese firmate dall'istituto rafforzano il pilastro dell'internazionalizzazione arricchendolo con la filiera dell'alternanza scuola-lavoro, tutta focalizzata sul rapporto con la Cina, soprattutto nei settori scientifici e tecnologici". "L'alternanza - assicura la Fedeli - è uno dei punti più innovativi della riforma della Buona Scuola per venire incontro all'esigenza di formare i giovani anche con specifici percorsi extra-scolastici per creare un bagaglio di competenze finalizzate a un'inserimento consapevole nel mondo del lavoro".
Fermamente convinto dell'importanza dell'alternanza scuola-lavoro è anche il rettore Paolo Maria Reale: "Con la firma di queste intese, il Convitto ribadisce il nesso tra teoria e pratica, guardando in lontananza". "Gli studenti potranno consolidare le conoscenze della Lingua e della cultura cinese, realizzando esperienze di alternanza scuola/lavoro in importanti imprese, ed essere orientati, nel contempo, verso Università italiane in partnership con quelle cinesi", spiega Francesco Alario, responsabile dell'Aula Confucio del Convitto.
Parole di apprezzamento anche da parte del rettore del Politecnico di Milano, Giuliano Noci: " Guardando alla Cina, il Convitto di Roma indica la strada a tutte le scuole d'Italia". Quindici anni fa, continua Noci, "il Politecnico di Milano e quello di Torino iniziarono a interessarsi alla Cina in modo pionieristico. oggi il Paese ha una grande importanza strategica".
Ambasciatore Li: "Rapporti sino-italiani ai massimi"
Secondo i numeri forniti dall'ambasciata cinese a Roma, nel 2016 20mila ragazzi cinesi sono venuti a studiare in Italia e 5.000 studenti italiani sono volati in Cina per frequentare corsi accademici di lingua. "I rapporto sino-italiani sono ai massimi storici", ha dichiarato l'ambasciatore Li Ruiyu. "Quello dell'Alfa Romeo è primo store in Cina, un'eccellenza come Lippi allena squadre cinesi da anni e i rapporti tra Pechino e Roma cresceranno ancora, soprattutto grazie alla strategia di sviluppo 'One Belt One Road'. In futuro, dunque, ci sarà sempre più bisogno di persone che parlino entrambe le lingue". I "Matteo Ricci del futuro - ha continuato - sono tra questi ragazzi che studiano il cinese". Ed è per questo, ha aggiunto Li, che "l'ambasciata donerà 20 borse di studio ai ragazzi che decideranno di proseguire il percorso in Cina".