L'amianto è pericoloso per la salute per via delle sue fibre che si liberano facilmente nell'aria e che sono potenzialmente inalabili. Per questo il maggior rischio si corre quando si viene esposti a particelle sprigionate durante la lavorazione o per qualsiasi sollecitazione esterna. Una volta respirate queste fibre si possono accumulare nei bronchi e negli alveoli polmonari provocando danni irreversibili ai tessuti, spesso di natura cancerogena.
Dall'asbestosi al mesioteloma pleurico
Tra le patologie e le forme tumorali accertate derivanti dall'inalazione di particelle di amianto, quelle più pericolose e diffuse sono l'asbestosi, il mesotelioma pleurico-peritoneale e il cancro ai polmoni. Ci sono poi altre varie forme di cancro del tratto gastro-intestinale e della laringe legate all'amianto. In generale, più si è esposti alle polveri di amianto e più alta è la mortalità. I periodi di incubazione possono arrivare a 40 anni. L'asbestosi è un processo degenerativo polmonare che si manifesta con la formazione di cicatrici fibrose sempre più estese che sul lungo periodo provocano un ispessimento del tessuto polmonare. Questo significa che, nel tempo, si arriva a soffrire di insufficienza respiratoria gravissima. Per questa patologia non è stata ancora individuata una terapia specifica. Pur essendo in via di esaurimento, i casi di asbestosi sono quelli più diffusi tra i lavoratori che hanno subito esposizioni medio-alte per 10-15 anni. Il mesotelioma pleurico-peitoneale, invece, può insorgere anche per esposizioni specifiche relativamente limitate.
In "incubazione" per 25-40 anni
I tempi di manifestazione della malattia si aggirano intorno ai 25-40 anni. Anche qui, non esistono terapie efficaci. La speranza di vita alla scoperta della malattia non supera un anno. Per quanto riguarda invece il cancro ai polmoni è difficile riuscire a collegarlo direttamente all'amianto. Si tratta di una forma tumorale che insorge per esposizioni non specifiche, ovvero per la combinazione di più fattori decisivi come, ad esempio, l'inalazione di particelle cancerogene e il fumo di sigaretta. Il tumore polmonare resta silente per 15-20 anni, ma le probabilità di sopravvivenza sono leggermente più alte rispetto agli altri casi.
Circa mille morti l'anno in Italia
In generale, in Italia, le morti accertate dal ministero della Salute per esposizione all'amianto sono circa mille all'anno. In particolare, tra il 1988 e il 1997 si sono registrati 9.094 decessi (5.942 uomini e 3.152 donne) per tumore maligno della pleura. Secondo un recente rapporto dell'Istituto superiore della sanità, nel corso degli anni Novanta, molti paesi europei hanno registrato un sensibile aumento della mortalità per tumore della pleura. Questo fenomeno è messo in relazione soprattutto alla diffusione dell'amianto avvenuta negli anni Cinquanta e Sessanta. Secondo l'Osservatorio Nazionale Amianto, in Italia ci sarebbero stati circa 6mila decessi per patologie asbesto correlate. Infatti ai più 1500 decessi a causa del mesotelioma, vanno aggiunti almeno 3000 decessi in seguito a tumori polmonari causati dall'amianto, e a questa drammatica contabilità debbono essere poi aggiunte tutte le altre patologie. Nel Lazio, fino al 2011, sono stati censiti 811 casi di mesotelioma: un numero altissimo se si considera l'istituzione del registro da pochi anni, a cui poi debbono essere aggiunte tutte le altre patologie asbesto-correlate.