"Gabriele libero": una prima pagina gigante per sostenere il rilascio del blogger Del Grande trattenuto in Turchia campeggia sulla facciata della sede del quotidiano Il Tirreno, in viale Alfieri a Livorno. E' la riproduzione in formato maxi della prima pagina del giornale livornese uscita in edicola il 19 aprile, per lanciare la campagna a sostegno della liberazione del 34enne giornalista lucchese detenuto in un centro in Turchia, dal 9 aprile.
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Del Grande è in stato di fermo senza essere accusato formalmente di alcun reato. Da mercoledì è in sciopero della fame per protestare contro la violazione dei suoi diritti civili. Con questo gesto Il Tirreno intende sensibilizzare l'opinione pubblica e schierarsi a fianco di Gabriele, raccogliendo il suo appello a non lasciarlo solo.
Perché Gabriele era in Turchia
"Abbiamo girato insieme il video che ha lanciato il crowdfunding per 'Un partigiano mi disse', il suo nuovo progetto che ha avuto oltre 1.340 sostenitori/donatori" ha detto Alexandra D'Onofrio, antropologa e regista e compagna del blogger. "Gabriele voleva incontrare siriani fuggiti in Turchia. Lui va zaino in spalla e chiacchiera, passa ore a parlare con le persone nella loro lingua senza mediatori, in maniera spontanea. Non va alla ricerca dello scoop, ma di quanto ci può fare riflettere. Abbiamo lavorato insieme quando i giornalisti potevano entrare nei Cie, Gabriele scriveva articoli e inchieste. Poi dal 2011 li hanno chiusi e abbiamo deciso di documentare quello che c'era intorno".
"Quando è andato in Siria la prima volta, nel 2011, ero in apprensione. Ma da quando abbiamo bambini, era poco interessato ad andare al fronte. E ora era lì al confine turco per ricostruire in un libro la memoria di quella guerra: come sono nate le prima proteste, come è stata la fuga dalla Siria... Lui si fida di me, mi avrebbe detto la verità altrimenti. Non aveva alcuna intenzione di passare il confine con la Siria. Era lì vicino e aveva trovato storie importanti".