In Italia i rom che vivono ancora nelle baraccopoli sono 28mila. Si tratta di una vera e propria emergenza abitativa. A spiccare fra tutti è il caso di Roma, dove ci sono ben 7 baraccopoli, il numero più alto in Italia. Non esistono dati certi sulla composizione etnica della popolazione rom e i numeri sulle presenze complessive in Italia corrispondono a stime che si attengono all'interno di una forbice molto ampia compresa tra le 120.000 e le 180.000 unità. E' questo il risultato emerso dalle ricerche e dal lavoro di monitoraggio effettuato dall'Associazione 21 luglio per l'elaborazione del nuovo Rapporto Annuale sulla condizione di rom e sinti in emergenza abitativa in Italia, presentato in Senato in occasione della Giornata Internazionale dei rom e dei sinti che cade l'8 aprile di ogni anno.
I numeri record della capitale
A Roma ci sono:
- 7 insediamenti istituzionali con 3.772 rom e sinti in emergenza abitativa
- 11 "campi" definiti "tollerati" dalle istituzioni locali abitati da 2.200 e le 2.500 persone.
Drammatica la condizione di vita dei circa 2.000 minori presenti nelle 18 aree per soli rom presenti nella Capitale.
La mappatura italiana
I 28.000 rom in emergenza abitativa in Italia rappresentano circa lo 0,05% della popolazione italiana e sono dislocati tra:
- Baraccopoli istituzionali, sono insediamenti monoetnici totalmente gestiti dalle autorita pubbliche.
- 149 in totale
- presenti in 88 comuni dal Nord al Sud del Paese.
- 18.000 sono le persone di origine rom che vivono in questi insediamenti, tra questi, il 55% ha meno di 18 anni, il 37% possiede la cittadinanza italiana mentre sono 3000 i rom provenienti dall'ex Jugoslavia che si stima siano a rischio apolidia. Tra essi la metà sono minori.
- Centri di raccolta per soli rom.
- In Italia ce ne sono 3, due al Nord e uno al Sud.
- Insediamenti informali
- 10.000 unità
- 90% di nazionalità rumena
- il numero più alto si trova in Campania
Le condizioni di vita dei rom che vivono in questi insediamenti sono nettamente al di sotto degli standard igienico-sanitari e l'aspettativa di vita tra queste persone e' di 10 anni inferiore rispetto alla media della popolazione italiana.
Gli sgomberi forzati nel 2016
Nel 2016 si è inoltre concretizzato il rischio che il "superamento dei campi" intraprendesse derive lesive dei diritti umani tramutandosi di fatto in sgomberi forzati: è accaduto a Milano con l'insediamento di via Idro, a Roma con la chiusura dei centri di raccolta rom di via Salaria e Via Amarilli e a Giugliano con gli abitanti dell'insediamento informale di Masseria del Pozzo.
Escludendo Roma e Milano sono stati 250 gli sgomberi forzati nel corso dell'anno passato, tutti numeri a cifra tonda:
- 100 al Nord
- 90 al Centro
- 60 al Sud.
"In Italia ancora ci sono molti pregiudizi, il più delle volte motivati da una scarsa conoscenza delle comunità rom e sinti e da un generale clima di ostilità", sostiene la Onlus, che sostiene di aver conteggiato nel 2016 175 episodi di discorsi d'odio nei confronti di rom e sinti. Si tratta di un calo rispetto al 2015, quando l'associazione aveva registrati ben 265 episodi. Gli esponenti politici che hanno fatto del discorso d'odio il proprio tratto distintivo - conclude l'Associazione 21 luglio - sono stati soprattutto esponenti del centro destra e della Lega Nord, ai quali si attribuiscono il 28,6% degli episodi monitorati.