Morire a 20 anni per difendere la fidanzata. E' successo ad Alatri, in provincia di Frosinone, dove un branco - forse addirittura 20 persone - ha pestato a sangue, fino a ucciderlo, un ragazzo che stava uscendo da un club. Emanuele Morganti è morto nel pomeriggio di domenica 26 marzo e i genitori hanno dato il via libera all'espianto degli organi.
Un complimento di troppo, poi il massacro
Secondo la riciostruzione dei carabinieri, nella notte tra venerdì e sabato Emanuele è stato massacrato a calci, pugni e colpi di spranga da un gruppo formato da italiani e albanesi in piazza Regina Margherita nel centro storico della cittadina, di fronte al Mirò, un locale in cui si fa musica dal vivo. Secondo gli inquirenti, il pestaggio è stato innescato da un diverbio che la vittima ha avuto con un buttafuori del locale. Qualche apprezzamento di troppo rivolto alla fidanzata di Emanuele avrebbe acceso gli animi. Certo è che all'uscita dal locale, oggi posto sotto sequestro dai carabinieri, Emanuele è stato accerchiato e massacrato.
Da Salvini a Meloni: non si può morire così, il branco marcisca in galera
"Non si può morire a 20 anni massacrati di botte da un branco di bestie armate pure di una spranga di ferro. Quanto accaduto a Emanuele è a dir poco agghiacciante e non ci sono parole per esprimere alla famiglia di questo ragazzo cordoglio e vicinanza. Una vita innocente è stata strappata e affincheé simili violenze non accadano più è necessario impartire a questi vigliacchi delle pene esemplari" scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.
"Non mi interessa la nazionalità degli assassini" scrive a sua volta il segretario della Lega, Matteo Salvini, "spero solo che marciscano in galera per anni, per tanti anni".