Contro l'emergenza cinghiali in città, costata la vita a un motociclista sabato notte a Roma, la campagna di sterilizzazione allo studio del Comune non è la soluzione: è la risposta unanime che arriva dal mondo venatorio.
Per Maurizio Zipponi, presidente del comitato scientifico della Fondazione UNA Onlus, "le soluzioni devono essere individuate da professionisti, non da cercatori di voti". Quello cui assistiamo "non è un evento straordinario ma un fenomeno di lungo corso" che deve essere "gestito da chi se ne intende: l'approccio tutto teorico - come la sterilizzazione - è una risposta assolutamente non proporzionata al problema, sia per i tempi, lunghissimi, che per logistica e costi"
Il primo passo è il progetto promosso dalla Fondazione, con la collaborazione di Ispra, Legambiente e le associazioni venatorie Federcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, per un censimento puntuale delle specie selvatiche, dei cinghiali in particolare, attraverso una banca dati nazionale. Grazie ai dati scientifici, si può avere una fotografia chiara della loro presenza sul territorio nazionale, sapendo "dove sono e dove entrano in contatto con l'umano e sono in conflitto".
A quel punto, si può agire con il prelievo, cioè l'abbattimento selettivo: "il prelievo nel parco è fondamentale, ma l'animale non conosce confini". Quindi, da una parte, "va fatto in modo più preciso nei parchi"; dall'altra "va esteso" oltre le zone protette, sempre e solo ad opera di "cacciatori professionisti - ha sottolineato Zipponi - che devono agire sotto il controllo della comunità scientifica".
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E' in quest'ottica che si muove la Fondazione UNA, che fa proprio il metodo applicato con successo in Francia e Germania della concertazione. "Non si può trasformare questo argomento - il tema del controllo della fauna e del rapporto con l'umano - in una discussione tra opposti". Al contrario, è necessario "mettere seduti intorno allo stesso tavolo comunità scientifica, associazioni ambientaliste e venatorie".
Tra i progetti cui aderisce la fondazione, anche 'Life Strade', "utile per proteggere le persone e l'animale, creando sulle strade sistemi di segnalazione preventiva di animali". I danni, infatti, causati da collisioni con animali sulle strade "sono poco calcolati ma enormi", in termini di vittime ma anche economici, relativi all'assicurazione.
Della stessa opinione Sergio Sorrentino, presidente nazionale dell'Arci Caccia, secondo il quale "la proposta rientra nella stregoneria animalista che è fallimentare". Arci Caccia, ha ricordato, è per "la gestione delle specie selvatiche". Da qui, la convinzione che "la sterilizzazione sia sbagliata, è una pratica che non ci convince e non dovrebbe convincere neanche gli animalisti".
"Credo - ha aggiunto Sorrentino - che dobbiamo utilizzare tecniche di contenimento e selezione, insieme a seri controlli, e, lì dove serve, utilizzare il fucile, con un piano di gestione serio, senza ricorrere a queste pratiche che sono anche dispendio di denaro pubblico". "Gli strumenti li abbiamo, dobbiamo accantonare i pregiudizi", ha spiegato il presidente di Arci Caccia, sottolineando che "l'aumento di cinghiali non è un fenomeno generalizzato in tutto il territorio nazionale ma in alcune aree, dove la situazione è fuori controllo". I cinghiali, invece, "in alcune aree non ci devono proprio essere": per questo, bisognerebbe "attivare tutte le procedure, fucile compreso, per intervenire".
Senza considerare che si tratta di "selvaggina di qualità" ed è quindi "un prodotto che si può anche distribuire in caso di bisogno: quello che è un problema, potrebbe diventare una risorsa". "Il fanatismo - ha concluso Sorrentino - non serve a nessuno, noi di Arci Caccia siamo disponibili a un tavolo di confronto e a dare il nostro contributo".