Lavori socialmente utili per i richiedenti asilo. Non pagati, e finanziati con i fondi europei. L’idea non è nuova, ma il ministro dell’ Interno Marco Minniti, 59 anni, ha confermato la volontà di far lavorare i rifugiati durante l’audizione in commissione Affari costituzionali della Camera mercoledì 8 febbraio. Saranno “lavori di pubblica utilità” ha detto il ministro, “non si creeranno duplicazioni nel mercato del lavoro perché saranno lavori non retribuiti”. Non solo. “Proporrò che il Parlamento cancelli i Cie e crei Centri permanenti per il rimpatrio” ha continuato il ministro. I Centri permanenti accoglieranno 1200 posti per regione in strutture fuori dai centri urbani, con l’obbligo di massima trasparenza nella governante.
L’accoglienza non può avere tempi indefiniti
“L’accoglienza non può avere tempi indefiniti” ha continuato il ministro "Tra la richiesta d'asilo e l'esito finale passano in media due anni. E' un vuoto dell'attesa, questo, che dobbiamo cercare di evitare perché così com’è rappresenta un problema per chi chiede asilo e per le comunità di accoglienza". Ed è per evitare problemi con le comunità locali, che negli ultimi mesi hanno contestato, anche duramente, l’arrivo di nuovi immigrati, che “Si può lavorare con i Comuni per utilizzare i richiedenti asilo in lavori di pubblica utilità, finanziati con i fondi messi a disposizione dalla Comunità europea ”.