Cervinia - Operazione conclusa, sono state tutte recuperate sane e salve le persone rimaste bloccate nelle cabine della funivia Plan Maison/Cime bianche laghi che alle 15,30 era stata fermata a causa del vento. Erano in tutto 130 le persone rimaste sospese nel vuoto, all'interno degli 'ovetti'. Lo conferma all'AGI viene da Adriano Favre, presidente del Soccorso alpino valdostano.
L'operazione ha richiesto l'intervento di decine e decine di soccorritori appartenenti a Protezione civile, Soccorso alpino valdostano, Soccorso alpino della Guardia di finanza, vigili del fuoco con il "Gruppo fari" per l'illuminazione, Soccorso sanitario 118 con tre ambulanze, cinque medici e Nucleo Psicologi dell'emergenza, Corpo forestale della Valle d'Aosta, Croce rossa italiana, volontari di Protezione civile, VVf e 118, personale delle Funivie di Breuil-Cervinia e forze dell'ordine.
Proprio il vento forte ha rallentato molto le operazioni di recupero, perché ha impedito il ricorso ad elicotteri, come di solito si fa in quota in queste circostanze di emergenza. Solo brevemente nella prima serata un elicottero dell'Air Zermatt abilitato al volo notturno è riuscito ad alzarsi in volo, approfittando da un calo della forza del vento. Ma per lunghe ore gli uomini del soccorso alpino sono stati quindi costretti ad un intervento molto complesso, costretti ad arrampicarsi sui piloni della funivia e poi, agganciati alla fune portante dell'impianto, raggiungere il tetto delle cabine e attraverso la botola entrare, tranquillizzare le persone e quindi provvedere ad imbragarle e calarle con verricello diversi metri più in basso.
Particolarmente complicato raggingere le cabine più in alto, anche perché lì i 'gatti della neve' avevano difficoltà ad arrivare e a fare da punto di raccolta delle persone che venivano calate giù e quindi portate a valle, a Plan Maison e a Cervinia, dove erano stati allestiti dei centri di ristoro e - nel caso - anche di visite mediche da parte del personale del 118. Sul fronte sanitario non si sono registrate criticità, neanche casi di ipotermia, anche perché le persone rimaste nelle cabine erano equipaggiate con abbigliamento da sciatore, quindi appropriato. Un solo caso di leggera difficoltà per una ragazzina non sciatrice e che aveva calzature inadeguate, scarpe da ginnastica..., ma anche per lei tutto risolto nel giro di pochi minuti dall'arrivo al punto medico avanzato e al ristoro. Insomma un pomeriggio di apprensione, anche paura quando il vento soffiava forte e faceva ondeggiare le cabine anche oltre un'angolatura di routine. Ma la macchina dei soccorsi è stata prontissima ed efficiente, come hanno testimoniato ai giornalisti alcune delle persone recuperate. Del resto, nel corso dell'anno sono diverse le esercitazioni che vengono effettuate in quota, comprese quelle relative ai recuperi da cabine sospese nel vuoto. Certo, per tutta questa gente è saltato - o quasi - il cenone di Natale...ma alla fine questo aspetto conta poco.