Roma - I guai per Virginia Raggi non finiscono mai. L'Anac ha ritenuto configurabile "un conflitto di interessi" di Raffaele Marra, nel suo operato con la qualifica di direttore del dipartimento Organizzazione e Risorse umane di Roma Capitale, nella nomina a capo della direzione Turismo del fratello Renato Marra. La delibera dell'Anac è stata trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, alla struttura comunale competente per l'accertamento dell'eventuale responsabilità disciplinare e alla Procura regionale della Corte dei conti e all'Ispettorato della funzione pubblica per le questioni relative all'inquadramento del dottor Marra nei ruoli della dirigenza di Roma Capitale.
L'Anac punta poi l'indice contro il sindaco Virginia Raggi, che era ben consapevole della situazione ma non ha impedito che Marra partecipasse all'atto di nomina del fratello. "La dichiarazione della Sindaca sulla piena conoscenza, ab initio, della situazione di potenziale conflitto di interessi del dott. Raffaele Marra relativamente alla posizione del fratello Renato potrebbe far presupporre una precedente dichiarazione, in tal senso a Lei resa, dal dott. Marra (Raffaele). In ogni caso dalla dichiarazione si ricava che la situazione di palese conflitto di interessi era conosciuta dalla Sindaca". Lo si legge nel testo della delibera con cui l'Anac dichiara in conflitto di interessi la nomina di Renato Marra alla direzione Turismo del Campidoglio nella macrostruttura varata dal fratello Raffaele in qualità di dirigente del Personale. "Una tale dichiarazione - prosegue il testo -, però, non è sufficiente per rimuovere il conflitto. Il d.p.R. n. 62/2013 prevede, infatti, che l'organo che viene a conoscenza, attraverso la dichiarazione o in altro modo, della situazione di conflitto di interessi, disponga ogni misura volta ad evitare ogni partecipazione del funzionario a procedimenti nei quali egli possa trovarsi in una tale situazione ( in tal senso la citata AG 11/2015/AC). Nel caso specifico la Sindaca, consapevole del conflitto, - conclude la delibera - avrebbe dovuto esonerare il dott. Marra da ogni partecipazione, anche se solo "meramente pedissequa", all'atto di nomina del fratello Renato".
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