Milano - Lunga coda in piazza della Scala di milanesi venuti a rendere l'ultimo saluto all'oncologo Umberto Veronesi, morto martedì sera a 90 anni nella sua casa di Milano. Già prima dell'apertura della Camera ardente a Palazzo Marino, la gente si è messa in fila per avvicinari al feretro esposto in sala Alessi. Tra i primi ad arrivare e visibilmente commosso il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. "L'umanità è fondamentale per chi sta male e Veronesi era un maestro in questo", ha osservato il primo cittadino ricordando i momenti della sua malattia in cui - ha detto - si è sentito protetto dalla figura di Veronesi. E racconta l'episodio in cui, quando non era ancora né sindaco né amministratore di Expo ma "un semplice uomo malato di cancro", Veronesi gli diede il suo numero di telefono dicendogli "chiama quando vuoi". "Questa cosa sobria e silenziosa è la rappresentazione della nostra città", ha poi commentato guardandosi intorno, "Umberto Veronesi era una persona che non si è mai risparmiata, ha rilasciato interviste anche fino a quattro giorni prima della sua morte. Non ha mai rinunciato a svolgere una funzione di guida coraggiosa". Sala ha quindi sottolineato l'importanza di credere nella medicina, seguendo l'esempio lasciato dal celebre oncologo milanese.
E' morto l'oncologo Umberto Veronesi
Domattina alle 11 a Palazzo Marino si terrà la commemorazione civile. E per l'occasione Sala ha proclamato il lutto cittadino. La camera ardente resterà aperta dalle 8.30 alle 10.15. Quindi alle 11, dopo un omaggio musicale eseguito al pianoforte da Alberto Veronesi, figlio dell'oncologo scomparso, interverranno il sindaco Sala, Paolo Veronesi, Emma Bonino, il professor Pier Giuseppe Pelicci e le nipoti dell'oncologo, Elena e Gaia. Per consentire di seguire la celebrazione a tutti coloro che vorranno - scrive in una nota il Comune di Milano - sono previsti anche due maxi-schermi, uno all'interno del cortile di Palazzo Marino e l'altro su piazza della Scala.
Per decenni considerato il simbolo della lotta al cancro in Italia, grande ricercatore, grande medico ma anche grande comunicatore e collettore di risorse indispensabili per l'impresa titanica di ridurre la mortalità per cancro, Veronesi ha impresso una spinta decisiva all'oncologia italiana. Dal suo presidio all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, di cui è stato direttore scientifico dal 1974 al 1976, l'oncologo ha concentrato la sua ricerca soprattutto sul carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna.