di Francesca Venturi
Bruxelles - L'Italia può contare sulla solidarietà e l'impegno dell'Unione europea per affrontare l'emergenza terremoto. Ma solo se le autorità italiane lo chiederanno, scatterà il meccanismo di protezione civile europea, in grado di fornire molto rapidamente tende, cibo e attrezzature per la purificazione dell'acqua, oltre a personale specializzato ed esperti da mandare sul posto per la valutazione dei danni e il coordinamento dell'assistenza. A spiegarlo, in un'intervista all'Agi, è il commissario europeo agli Aiuti umanitari e alla gestione delle crisi, Christos Stylianides. Cipriota, 58 anni, al debutto nell'esecutivo di Bruxelles ha affrontato due anni fa l'emergenza Ebola, rispolverando la sua formazione di medico (dentista per l'esattezza) come "coordinatore europeo" per la crisi che in quel momento provocava migliaia di vittime in diversi paesi dell'Africa centrale, con alcuni casi esportati anche nel vecchio continente.
Quali sono gli strumenti di cui l'Europa dispone per aiutare i Paesi colpiti da un'emergenza come il terremoto?
L'Unione europea ha una tradizione forte nella risposta all'emergenza e la nostra solidarietà non è solo a parole: esistono strumenti specifici. Io sono il responsabile del Meccanismo Ue di Protezione civile creato per consentire un'assistenza coordinata dai paesi partecipanti alle vittime dei disastri naturale o provocati dall'uomo, in Europa e altrove. Questo meccanismo è già stato utilizzato in Italia per terremoti passati.
Che tipo di assistenza avete già fornito in queste settimane all'Italia?
Sono stato immediatamente informato dei diversi terremoti e ho seguito da vicino la situazione, assieme alla mia collega Federica Mogherini. Dopo il primo terremoto in agosto, ho parlato con il capo della protezione civile italiana, Fabrizio Curcio, per ribadire la nostra disponibilità ad aiutare, con gli strumenti che la Commissione ha a disposizione. Abbiamo fornito mappe satellitari delle zone colpite, grazie al sistema Ue Copernico. Le mappe servono a fare una valutazione dei danni e sono state rese immediatamente disponibili alle autorità italiane. Quanto alle altre forme di assistenza, richiedono una specifica richiesta delle autorità competenti, le sole a poter valutare la situazione e le effettive esigenze. In questo caso, le autorità italiane hanno considerato che per ora non è necessaria un'assistenza internazionale aggiuntiva, ma noi restiamo pronti ad aiutare se la richiesta arriverà e siamo in stretto contatto su questo con la Protezione civile italiana. Vorrei anche elogiare il loro lavoro: hanno lavorato senza sosta in questi tempi davvero difficili.
Che tipo di compensazione economica si può ottenere dai fondi Ue in un caso come questo?
Finora ho parlato della nostra risposta alle emergenze, per la quale sono responsabile. Oltre a questo, l'Ue dispone di un fondo per esprimere solidarietà alle regioni colpite da disastri in Europa. Si chiama precisamente Fondo di solidarietà Ue e può fornire la compensazione per una parte dei danni seguendo certe procedure specifiche. In breve, un Paese colpito da un disastro può presentare alla Commissione una domanda entro 12 settimane dalla data del primo danno causato dal disastro. Le istituzioni Ue esaminano la richiesta e se viene approvata il finanziamento è erogato immediatamente in una sola tranche. Bisogna sottolineare che questo fondo non è uno strumento di risposta rapida per far fronte all'emergenza, ma come ho detto, un modo per compensare parzialmente i danni subiti.
L'Italia ne ha già beneficiato?
Certo. Dalla sua creazione nel 2002, il Fondo è stato usato per oltre 70 disastri di tutti i tipi, come inondazioni, incendi di foreste, terremoti, tempeste e siccità. In tutto sono stati sostenuti 24 Paesi europei per un ammontare complessivo di oltre 3,8 miliardi e l'Italia è il Paese che ne ha beneficiato di più, ricevendo oltre un terzo del totale. (AGI)