Pieve Torina (Macerata) - La nuova forte scossa di terremoto (di magnitudo 4.8) registrata nella notte tra mercoledì e giovedì in Italia centrale non rimarrà un episodio isolato. Gli esperti avvertono che durerà anni. E dal 24 agosto il numero complessivo di scosse ha già raggiunto quota 22.200.
INGV: "SCIAME DURERA' MESI, POSSIBILI FORTI SCOSSE"
Lo sciame sismico legato alle scosse del 24 e 30 ottobre continuerà per mesi in modo intenso e per anni in modo più blando. Non sono escluse repliche anche forti, di magnitudo superiore a 5: lo spiega all'AGI Alessandro Amato, sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che sottolinea "la scossa di stanotte rientra nel novero delle possibilità dopo un evento forte come quello di fine ottobre. Gli aftershock si susseguono al ritmo di centinaia al giorno e dureranno diverse settimane, con una progressiva diminuzione della magnitudo. Ci attendiamo un progressivo calo delle scosse, che però probabilmente si susseguiranno per anni, come successo in Irpinia". Improbabile, spiega Amato, che si ripeta un'altra scossa da 6.5, come quella del 30 agosto, ma "nell'ambito di un lento calo della potenza ci aspettiamo nuovi picchi, come quello di stanotte e anche oltre, che scemeranno anch'essi con il passare delle settimane e dei mesi". Dopo l'evento del 30 ottobre alle 7,40, di magnitudo 6.5, sono stati localizzati complessivamente oltre 2.200 eventi sismici. A oggi sono circa 290 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4. Venti quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5.
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ECCO PERCHE' L'ALTERAZIONE MORFOLOGICA DEL TERRITORIO FA PAURA
I Consorzi di bonifica segnalano un forte aumento del rischio idrogologico: il "terremoto, non solo mina la staticità delle infrastrutture idrauliche, ma altera la morfologia del territorio", spiega all'Agi, Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione nazionale consorzi gestione e tutela terriori ed acque irrigue (Anbi), e aggiunge: "L'azione di controllo del territorio operata dai Consorzi di bonifica è scattata subito dopo i primi eventi sismici e prosegue costantemente da settimane. Il terremoto ha colpito i comprensori di 3 Consorzi di bonifica: Reatina (con sede a Rieti), Tevere Nera (con sede a Terni), Marche (con sede a Pesaro) che operano in stretta collaborazione e che continueranno a farlo, perché le conseguenze sul rischio idrogeologico, provocate dal terremoto, si valuteranno anche su tempi medio-lunghi". Un problema emergente, dalle gravi conseguenze, tutte ancora comunque da valutare sull'assetto idrogeologico "è l'abbassamento dei terreni, decine di centimetri, in alcune zone. E' evidente - rileva Vincenzi - che un terreno depresso, in caso di pioggia, non riesce più a far defluire naturalmente l'acqua, quindi sarà necessario studiare nuove reti di sgrondo delle acque con la realizzazione di nuove infrastrutture canali e centrali idrovore".
CHE COSA STA ACCADENDO NEL SOTTOSUOLO
Trovato il terreno "fratturato" esattamente sopra la faglia che ha prodotto questo sciame sismico in centro Italia. Si chiama "rottura cosismica primaria", ed è stata osservata da due geologi del gruppo Emergeo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Marco Moro e Michele Saroli (DICeM-Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale), che hanno raggiunto il versante sud occidentale di Monte Bove Sud in corrispondenza dell'espressione di superficie della faglia responsabile del terremoto del 30 ottobre. Si tratta di uno smottamento del suolo di circa cinquanta centimetri, diretta espressione in superficie del movimento del piano di faglia in profondità. La rottura cosismica individuata si localizza sul prolungamento del lineamento tettonico Monte Vettore-Monte Porche-Monte Bove attivatosi durante l'evento di magnitudo 6.5. Il gruppo Emergeo sin dal 24 agosto e' impegnato in rilievi di terreno atti ad identificare e caratterizzare, da un punto di vista geometrico e cinematico, i settori di faglia responsabili della sequenza sismica in corso.
QUANTI SONO GLI ASSISTITI E DOVE ALLOGGIANO
Le persone assistite dalla Protezione Civile sono oltre 28mila. In particolare, sono oltre 19mila le persone assistite nell'ambito del proprio comune: di queste, più di 17.500 in palazzetti, centri polivalenti e strutture allestite ad hoc, mentre oltre 1.600 trovano alloggio in strutture ricettive messe a disposizione sul territorio. Sono, poi, circa 8.400 le persone accolte presso le strutture alberghiere lungo la costa adriatica, mentre circa 500 persone fra Lazio, Marche e Umbria sono assistite in tenda. Sul fronte dei controlli e della sicurezza il capo della Polizia, Franco Gabrielli, precisa: "Siamo impegnati dal 24 agosto per garantire la cornice di sicurezza in tutte le aree colpite. Recentemente abbiamo inviato ulteriori uomini, sia delle forze di polizia, ovvero polizia, carabinieri e guardia di finanza, sia attraverso una rimodulazione dei militari impegnati in Strade Sicure e Giubileo. Complessivamente 520 uomini. Credo che i cittadini debbano pretendere che le forze di sicurezza e le istituzioni pongano attenzione anche alla salvaguardia dei beni, e su questo le forze dello Stato sono presenti e saranno sempre più presenti".
PREVENZIONE E RICOSTRUZIONE, L'IMPEGNO DELLA POLITICA
Il forte impegno del governo per fronteggiare il post-terremoto e determinare condizioni di maggior sicurezza è stato ribadito dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha illustrato agli studenti del Politecnico di Milano, il progetto "Casa Italia", il piano di prevenzione a lungo termine contro i terremoti. "Se riusciamo a prevenire - ha detto Renzi - non arriveremo mai al rischio zero, ma possiamo fare un passo avanti. La prevenzione va migliorata, ma già sono stati fatti passi ". Per far fronte alle spese della ricostruzione di Norcia e dell'area colpita dal sisma del 30 ottobre scorso, assicura il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, rispondendo durante il question time alla Camera, "saranno stanziate risorse adeguate, appena sarà disponibile la stima del fabbisogno". Per la presidente della Camera, Laura Boldrini, in visita nelle zone terremotate delle Marche e dell'Umbria, i luoghi colpiti dal terremoto "devono tornare a vivere il prima possibile, ma ci sono dei tempi. Nessuno vuole disattendere la volonta' delle persone, che oggi hanno paura e sono in una situazione pesantissima, accompagnati da due mesi da centinaia e centinaia di scosse che le fanno vivere nell'ansia".